PERCHÈ LA SANITÀ CURI DAVVERO LA SALUTE

Il paradosso è che il Servizio sanitario nazionale spende immense risorse e energie per curare malattie che potrebbero non esistere e non cura effettive patologie fisiche e sociali che se prevenute garantirebbero la salute dei cittadini.

L’appello che segue firmato dal prof. Francesco Domenico Capizzi dell’Università e degli Ospedali di Bologna e da centinaia di medici, scienziati e cittadini, motiva la proposta della istituzione di una ONLUS che potrebbe chiamarsi “Scienza, medicina, istituzioni, politica, società”, le cui finalità sarebbero di dimostrare e sostenerela necessità di scelte alternative radicali per dare risposta alle strette correlazioni esistenti fra ambiente, organizzazione sociale e origine dei grandi gruppi di malattie, per informare, fin dalle scuole primarie, sulle conseguenze dei diversi stili di vita, sulle origini dei disastri ambientali e sulle malattie correlate con la loro evitabilità e prevenzione,per individuare i fattori scatenanti insiti nei processi degenerativi ambientali regressivi, per eliminare amianto, cancerogeni circolanti ed emissioni nocive, e per combattere in modo efficace altri agenti patogeni che rendono insalubre l’attuale società organizzata.

Politica e Istituzioni rischiano di restare estranee ai bisogni essenzialidei cittadini, primo fra tutti il diritto alla salute inteso come pienobenessere, non solo come assenza di malattia.La Medicina moderna, al pari delle dinamiche politico-istituzionali,hafinito con il perseguire un suo sviluppo (clinico-tecnologico)piuttosto cheun complessivo progresso (sociale) nel contrastare le profonde radici delleincalzanti malattie cronico-degenerative: neoplasie (oltre 1.000 al giorno,con un incremento in quattro decenni del 62% delle pancreatiche con tassidi guarigione dopo le cure dell’8% entro i primi 5 anni con un crollo al 3%entro i successivi 5come riportato da “The Lancet Global BurdenDisease,2019”), affezioni cardiocircolatorie e respiratorie, obesità, cirrosi,patologie infettive ed autoimmuni eda stress psico-fisici, ecc.. Questerisultano sostenute in larga parte da fattori culturali e da significativi disagisociali, trascurati nella trasmissione del sapere medico e nelle Istituzionisanitarie incentrate in attività e ricerche diagnostico-terapeutiche per un
sovrastante empirismo orientato verso alterazioni anatomiche, geometrie eformule matematiche.
In sostanza, il Servizio sanitario diagnostica e cura malattie evitabili abinitio (l’80% secondo l’OMS), ne trascura i fattori che le favoriscono e lesostengono. Intanto molte, troppe persone inconsapevoli continuano adammalarsi e a perire perché lecause patogene, incistate nelle pieghe dellaSocietà, vere fabbriche della malattia, conservano e diffondono intatta laloro straripante violenza mentre il diritto costituzionale alla Salute vieneconfuso con elevati livelli di farmaci e servizi, complessità tecnologiche egestionali che fanno imprimere alle strutture ospedaliere, intese comefabbriche della salute, le ragioni oggettive della malattia con uninvolontario suggerimento: la salute si preserva apportando modifiche alcorpo con tecnologie e terapie sofisticate al punto da esonerare leIstituzioni dalla loro primitiva missione ideale come i mezzi dilocomozione esonerano dal camminare e ne superano l’esigenza.
Nella percezione comune le malattie vengono così assunte ad eventoineluttabile e fatale come la forza di gravità e i movimenti tellurici… Eintanto oltre un terzo della popolazione, inconsapevole, è colpita damalattie cronico-degenerative ed acute, in costante crescita, in larga parteevitabili (prevenzione primaria) oltre che prevenibili (prevenzionesecondaria=diagnosi precoce), non facilmente guaribili, più spessotrattabili con terapie riequilibratrici e palliative il cui costo diverrà prestoincompatibile con l’universalismo del Servizio sanitario per vari fattori, fracui il progressivo invecchiamento della popolazione.
La peste nera del secolo del progresso, suo misterioso lato oscuro ecorollario innominabile, indicata per allusioni e parafrasi, avanzaalimentata da almeno 150 cancerogeni e particolati sparsi nell’ambiente;da 30 milioni di tonnellate di amianto (letale per 10-12 persone al giorno)sul nostro territorio; da 52 miliardi di sigarettefumate da italiani ognianno, fin dall’età scolare, con rischi connessi di malattie gravicheraggiungono il 3.000% e 90.000 decessi; per la permanenza di estremediseguaglianze sociali che costringono ampi strati della popolazione adinaccettabili livelli di vita e che riducono la stessa percezione di malattia;per assenza di informazioni serie su errati stili di vita che conducono adabusi di farmaci, psicofarmaci, stupefacenti ed alcoolici, zuccheri, proteinee grassi animali causadell’esposizione di 10 milioni di italiani al rischio dicirrosi e di 5 milioni di obesi candidati a malattie gravi, a partire dall’etàscolare, con ridotte aspettative di vita, ecc.
Sul piano socio-economico basterà citare un solo dato, e non ilmaggiore: nonostante i 25 miliardi annui che l’Italia spende (OMS, 2016)per gestire le conseguenze degli eccessivi consumi di alcoolici, gli abusirappresentano la causa principale di morte e disabilità tra i giovani, oltread un aumentato rischio di declino cognitivo prima dei 65 anni e di decessialcool-connessi di 75.000 persone. Va aggiunto che il consumo di oltre 10gr/die di alcool aumenta in modo significativo l’incidenza di tumore allamammella in pre-post-menopausa e che dosi di oltre 20gr/die favorisconole neoplasie dell’apparato digerente senza contare le combinazioni
sommatorie dirette con i prodotti del tabacco e con una erroneaalimentazione (International Agency for Research on Cancer, 2018).
Di fronte a questa situazione, catastrofica, il compito di donne euomini di tutte le Istituzioni è “seminare dubbi, non raccogliere certezze”.La Medicina parli in Scienza e Coscienza, la Politica e le Istituzioniascoltino e agiscano per il bene comune con decisione ed urgenza.
Fra le priorità: informazioni dirette, dettagliate ed inequivocabili allacittadinanza, fin dalle Scuole primarie, sulle conseguenze dei diversi stilidi vita; invito formale, fatta salva l’autonomia didattica, che latrasmissione del sapere medico evidenzi le origini delle malattie, la loroevitabilità e prevenzione; un sostegno serio della Ricerca epidemiologica edi base che contenga l’obiettivo di individuare i fattori scatenanti ilprocesso patogenetico; un piano articolato e strettamente cadenzato perl’eliminazione di amianto, combustioni fossili (in Italiaoltre 90 miladecessi prematuri per anno, Agenzia Europea per l’Ambiente, 2017) ecancerogeni circolanti; l’avvio di indagini sui possibili effetti nocivi delleonde elettromagnetiche; lotta alle complesse ragioni della diffusa povertàeconomica e culturale; favorire il trasporto sicuro, efficiente e puntualecon assenza di emissioni tossiche; privilegiare la “produzione pulita” dialimenti e merci di ogni genere; varare programmi nazionali diprevenzione primaria e secondaria ben motivati davanti alla cittadinanza;istituire incisivi controlli permanenti sulla sicurezza in strade (oltre160.000 incidenti con 3.200 letali annui) e luoghi di lavoro (un decessoogni 3 giorni); affrontare il disagio e le patologie, incipienti e conclamate,prevedibili nelle età avanzate con provvedimenti che favoriscanoaggregazioni, mobilità, assistenze attive e mirate a contrastare lasolitudine, la povertà e il decadimento fisico e mentale.

Francesco Domenico Capizzi, già docente di Chirurgia Generale
nell’Università di Bologna e direttore di Chirurgia generale negli Ospedali
Bellaria e Maggiore di Bologna;
. Vincenzo Balzani, professore emerito di Chimica generale e
sopramolecolare nell’Università di Bologna;
. Ferdinando Bersani, docente di Fisica nell’Università di Bologna,
Direttore della Scuola di Bioelettromagnetismo del Centro E. Majorana in
Erice;
. Monica Bini, docente di Lettere nel Liceo “Augusto Righi”, Bologna; .
.Ernesto Burgio, EuropeanCancer and Environment ResearchInstitute,
Bruxelles;
. Maria Teresa Cacciari, docente di Lettere nel Liceo “Augusto Righi”
Bologna;
. Giancarla Codrignani, parlamentare in tre Legislature, docente,
politologa, giornalista, Bologna, e molti altri.

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