L’Italia partecipa alle guerre
Gli ucraini mandati a morire
Pace Terra Dignità
Per favore non fate la guerra atomica
Farli morire non solo in mare ma nel deserto
Domenica 16 luglio, la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, il capo del governo dimissionario olandese Rutte e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen si sono recati a Tunisi per negoziare con l’autocrate presidente tunisino Kais Saied politiche di respingimento e di rientro dei migranti provenienti dal sud del Sahara in cambio di milioni di euro e di strumenti di controllo sia delle frontiere sud che del canale di Sicilia. Operazione che fa parte di un piano più ambizioso: blindare tutta la sponda sud del Mediterraneo ai disperati che cercano di raggiungere l’Europa attraversandolo. Affari di Stato…
Il “comunicato stampa” del Vertice di Vilnius
Per i pesci del Mediterraneo
Come è stata impedita la pace in Ucraina e in Europa
Perché una guerra a bassa intensità
La guerra tra Russia e Ucraina, e in termini più complessivi tra Russia, Nato e Stati Uniti, viene spesso presentata come un ritorno alla “guerra fredda”. Il paragone però è fuorviante, non regge. Nella “guerra fredda” vi erano due sistemi, politici, economici e sociali ben definiti: da una parte il capitalismo, dall’altra parte il socialismo realizzato. Tutta la diplomazia e le relazioni internazionali ruotavano attorno a questa realtà, anche i numerosi Paesi cosiddetti non allineati, come la Jugoslavia, l’India e la stessa Cina, si muovevano dentro questo contesto. E pure le strategie militari, compresa la corsa al riarmo delle due…