Il principio femminile

“Non accetterò più ciò che non posso cambiare.
Cambierò ciò che non accetto.”

Al di là dei luoghi comuni
La risoluzione del 2000 delle Nazioni Unite su “Donne, Pace, Sicurezza” si pone su un terreno concreto indicando il ruolo delle donne nella prevenzione e soluzione dei conflitti armati
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La pace bene comune
Non è “pace” quella fondata sulle migliaia di morti delle guerre, sui viventi che hanno perso le case, sui luoghi cari passati in mano nemica, sulle leggi dettate ai vinti. Una via: “Donne, pace, sicurezza”
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Il principio femminile
Esso dovrebbe introdurre nel diritto un’ispirazione dal basso, un prevalere dell’attenzione all’equità e alla logica del corpo e della terra senza perfettismi astratti e blocchi normativi che scendono implacabili dall’alto
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  • L’identità dell’Europa: chiudere ogni ombrello atomico
    (Da “Il Manifesto” del 19/03/25)- La proposta di una Costituzione della Terra al meeting (del 3-7 marzo scorso) dei 122 membri dell’Onu Stati-Parte del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari.
  • La via della pace e un disarmo globale
    (Dal “Corriere della Sera” del 18/03/25) – La lettera che Papa Francesco ha inviato al direttore del Corriere della Sera che ribadisce la necessità di senso della responsabilità per una nuova linea contro la guerra e riaccendere la speranza della pace. Come Costituente Terra non possiamo che accogliere il suo appello e continuare con impegno il lavoro iniziato: disarmiamo la Terra con una Costituzione della Terra.
  • Nelle piazze per la pace, per l’Europa
    Costituente Terra sarà nelle piazze di sabato 15 marzo a Roma per affermare che l’Europa delle armi non è la sola Europa esistente.
  • No al riarmo!
    (Da “Trasform!-Italia” del 14/03/25) – Nella stessa settimana vediamo da una parte il programma di riarmo europeo da 800 miliardi di euro, dall’altra la Conferenza Onu degli Stati Parte del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari. È chiara l’incoerenza tra l’aumento delle spese militari e gli obiettivi di disarmo con il rischio crescente di una guerra nucleare. Un’incoerenza ben presente anche nella retorica bellicista di alcuni media e intellettuali.