La Giornata internazionale del migrante, istituita 21 anni fa dallâAssemblea generale delle Nazioni unite per il 18 dicembre, è unâoccasione per fare il punto sullâentitĂ e i problemi posti dal crescente fenomeno delle migrazioni planetarie.
Oggi il 3,6% della popolazione mondiale è in movimento, per decisione volontaria o perchĂŠ costretta, in cerca di migliori condizioni di vita, di lavoro, di protezione dei propri diritti, di un riparo da guerre, disastri, persecuzioni, perchĂŠ teme per la propria sopravvivenza. Molti di questi componenti della famiglia umana lasciano il loro Paese, tanti addirittura il loro continente, chi trovando accoglienza e chi trovando, invece, muri e indifferenza, se non ostilitĂ . In occasione della 21esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il Pontefice nel suo messaggio aveva lanciato questa esortazione: âA tutti gli uomini e le donne del mondo va il mio appello a camminare insieme verso un ânoiâ sempre piĂš grande, a ricomporre la famiglia umana, per costruire assieme il nostro futuro di giustizia e di pace, assicurando che nessuno rimanga escluso. Il futuro delle nostre società è un futuro âa coloriâ, arricchito dalla diversitĂ e dalle relazioni interculturali. Per questo dobbiamo imparare oggi a vivere insieme, in armonia e paceâ.
LâentitĂ del fenomeno migratorio
Secondo i dati dellâOrganizzazione delle Nazioni Unite, nel 2020 si contavano 281 milioni di migranti internazionali. Oltre la metĂ di questi, il 52%, in Europa e in Nord America, e 177 milioni (62%) provenienti da Paesi di medio reddito. Da ventâanni â tra il 2000 e il 2020 â però si assiste a un aumento proporzionale nella provenienza dai Paesi a basso reddito. La metĂ delle persone migranti risiede poi nella medesima regione del mondo, per esempio il 70% dei migranti europei resta nel Vecchio Continente mentre il 63% dei migranti subsahariani si sposta sempre nella zona dellâAfrica subsahariana.
Provenienza e arrivo
Nel ventennio preso in esame nel rapporto International Migrant Stock 2020 del Dipartimento di Economia e Affari Sociali delle Nazioni Unite, i principali Paesi di destinazione non sono variati molto. Ricorrono infatti gli Stati Uniti, la Federazione russa, la Germania, il Regno Unito, la Francia, lâArabia Saudita, il Canada e lâAustralia, con le sole variazioni di Spagna e Emirati Arabi Uniti che nel 2020 prendono il posto di Ucraina e India. Per quanto riguarda le partenze, si rileva invece un aumento del numero di persone migranti dallâAsia.
Nel macro-fenomeno della mobilitĂ umana, si comprendono anche la migrazione interna e gli Internally displace persons. La prima, nel 2010, riguardava 740 milioni di persone, secondo dati dellâOrganizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), e sarebbe dovuta, nei Paesi in via di sviluppo o basso reddito, a conflitti o alle difficoltĂ di accesso al bene comune. Gli IDP, cioè gli sfollati interni, sono quelle persone costrette a lasciare la propria casa in seguito a scontri o disastri naturali senza però attraversare un confine internazionale riconosciuto. A dicembre del 2020 se ne contavano oltre 48 milioni, 12,2 dei quali in Estremo Oriente e nellâarea del Pacifico, 9,6 in Asia meridionale, 11,1 milioni nellâAfrica sub sahariana.
Richiedenti asilo e rifugiati
Sui media ricorrono spesso i termini richiedenti asilo e rifugiati, dei quali può essere utile fornire una definizione. I primi sono, scrive lâAgenzia delle Nazioni unite per i Rifugiati (UNHCR), âle persone che hanno lasciato il loro Paese dâorigine, hanno inoltrato una richiesta di asilo in unâaltra nazioneâ, e secondo gli ultimi dati lâ UNHCR riporta che si tratta di quasi due milioni di persone nel mondo. Il ârifugiatoâ è definito dallâarticolo 1A della Convenzione di Ginevra del 1951 come colui âche temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalitĂ , appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paeseâ, âoppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori dal Paese in cui aveva residenza abituale in seguito a tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopraâ. Da settantâanni, la protezione internazionale â la sicurezza e il godimento dei diritti umani fondamentali â dei rifugiati è il âcuoreâ del mandato dellâagenzia Onu. Al dicembre 2019 i rifugiati erano 21 milioni di persone, 4,4 milioni i richiedenti asilo. Il 68% dei rifugiati proveniva da cinque Paesi. La Siria, dilaniata da un conflitto che va avanti da dieci anni, il Venezuela, lâAfghanistan, il Sud Sudan e Myanmar. Il 73% era ospitato dai Paesi confinanti, cioè Turchia, Colombia, Pakistan e Uganda, piĂš la Germania. Nel 2020, su 1,4 milioni di persone in urgente bisogno, ne sono state ricollocate solo 22.800, in 25 Paesi.
Le migrazioni come sfida al governo del mondo
Sono 281 milioni i migranti internazionali, 21 milioni i rifugiati, 4,4 milioni i richiedenti asilo. Ma nel 2020, su 1,4 milioni di persone in urgente bisogno, ne sono state ricollocate solo 22.800, in 25 Paesi
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