Newsletter n. 102 dell’1 dicembre 2022 – LE ARMI NON FINISCONO MAI. GLI UCRAINI INVECE SÌ.

Cari Amici, mentre nell’azione di governo i “valori dell’Occidente” appaiono in via di estinzione, in nome dei “valori dell’Occidente” governo e Parlamento si apprestano a mandare altre armi all’Ucraina, Questo […]

Cari Amici,
mentre nell’azione di governo i “valori dell’Occidente” appaiono in via di estinzione, in nome dei “valori dell’Occidente” governo e Parlamento si apprestano a mandare altre armi all’Ucraina, Questo vuol dire che la guerra non finirà mai perché, come dice Lucio Caracciolo, America Russia e Cina si sono messe d’accordo di non usare l’arma atomica e perciò, data questa garanzia, la guerra può continuare all’infinito. Infatti una guerra può finire o con un negoziato, o con la vittoria o perché finiscono le armi, o perché finiscono i soldati. Nel nostro caso il negoziato è escluso da Zelensky, e la Russia, che pur ne avrebbe bisogno per la catastrofe che le sta procurando una guerra incauta e sbagliata, ci deve rinunziare. Con la vittoria non può finire, perché nessuno ne è capace e chiunque vincesse, perderebbero tutti e si innescherebbe una tragedia senza pari. Quanto alle armi, all’Ucraina non possono finire, perché l’America e tutto l’Occidente ne rimpiazzano continuamente gli arsenali, mentre Ursula von Der Leyen, Stoltenberg e tutto il corteggio dei loro seguaci non fanno altro che attizzare l’odio per la Russia, necessario per la guerra ad oltranza. Ma se non finiscono le armi, saranno gli Ucraini a finire. E continuare la guerra finché non finiscono gli Ucraini, a quali “valori” corrisponde? Che valori sono quelli per i quali si manda a morire un popolo intero sull’altare di un sacrificio i cui officianti si gloriano della loro laicità, per i quali l’icona del condottiero si innalza su città distrutte, bambini uccisi, eserciti decimati, speranze infrante, per i quali senza esclusione di colpi si combatte la lotta tra “democrazie” e “autocrazie”?
Dovremmo avere qualche remora ad appellarci ai valori dell’Occidente, non solo per il loro cattivo uso, ma perché proprio nell’affermarli, essi si dissolvono. Essi  sono fatti consistere nella loro superiorità e differenza rispetto a quelli dell’Oriente, e anzi del resto del mondo. E ciò succede fin da quando si sono messi a confronto con quelli delle Indie appena scoperte, dei “popoli della natura” contro “i popoli dello spirito”, secondo le classifiche di Hegel. Dovrebbero essere invece i valori dell’universalità, che quando si rivendicano come propri, antagonisti ed esclusivi, proprio allora in quello stesso istante si perdono.
Dovrebbero essere infatti i valori semplicemente umani: quelli per i quali padre Balducci diceva che chi aveva bisogno di un cristiano per completare la serie delle rappresentazioni sul proscenio delle culture non lo cercasse, perché non era che un uomo, e Alberto Einstein costretto ad emigrare negli Stati Uniti, scrisse: razza umana, sul formulario che alla dogana gli chiedeva di denunciare di che razza fosse, e Kant affermava che gli eserciti sono in se stessi, ancor prima del loro uso, minaccia agli altri popoli.
Essi intanto sono valori in quanto non rinnegano e non discriminano nessuno, non il nemico, non i paria, alla cui condizione Biden vuole ridurre i Russi.  Ci sarebbe un modo invece per finire la guerra: non mandare più armi e in contropartita chiedere alla Russia di congelare le sue, e allora la guerra si esaurirebbe da sé. Ma purtroppo questa ipotesi è ben lontana dal potersi realizzare, ed è per questo che ci viene promessa una guerra infinita. Ma fino a quando?
Nel sito pubblichiamo un articolo di Domenico Gallo sull’invito alla guerra da parte dei Parlamenti dell’UE e della NATO.
Un cordiale saluto

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