Cari amici,
abituati da secoli a pensare all’onnipotenza di Dio e alla sua bontà nei termini antropomorfici non ancora riletti dal Vangelo, dopo la Shoà un grande intellettuale ebreo, Hans Jonas, pose un problema nuovo, quale potesse essere “il concetto di Dio dopo Auschwitz”, perché dopo che non aveva impedito Auschwitz non si poteva più dire che Dio fosse allo stesso tempo buono e onnipotente.
Mentre nuovi eccidi si perpetravano in America Latina, dal cuore della Teologia della Liberazione erompeva un’altra domanda, quale concetto di Dio potesse sussistere durante El Mozote, il Salvador e le nuove Shoà.
Oggi la domanda è quale concetto di Dio professare durante Gaza: forse un Dio che ispirasse le genti a piangere su Gerusalemme e su Gaza, e ispirasse Israele a fermarsi sul ciglio dell’abisso, a non ucciderne mille per uno, a rimettere in comunione la Terra e l’umana dignità.