Archivio delle Newsletter di Costituente Terra

Newsletter n. 137 del 2 novembre 2023 – Quanti naufragi

Cari amici,

non c’è una gerarchia delle tragedie. Ma nemmeno per mettercene sul cuore una, possiamo dimenticare o tacere le altre. Perciò, mentre assistiamo attoniti alla strage di Gaza, e nel vederne svelate le finalità nel progetto dello Stato di Israele di “dislocare l’intera popolazione palestinese nel deserto del Sinai” (nonostante la memoria storica della deportazione degli ebrei a Babilonia) dedichiamo questa newsletter alle ultime notizie sui naufragi nel Mediterraneo che ci trasmette dalla ONG “Mediterranea” Mattia Ferrari: da un naufragio all’altro!

Da Mattia Ferrari – 2 novembre 2023

Continuano i naufragi in mare, anche se quasi nessuno ne parla più.

Venerdì scorso una barca di migranti è naufragata vicino alla Sicilia: sulla spiaggia di Selinunte sono stati trovati i cadaveri di 5 persone annegate e secondo i racconti dei superstiti i dispersi sono tra i 15 e i 20.

Nel Nord Africa si continuano a imprigionare i migranti. In Libia il sistema dei lager continua.

Il 12 settembre la Tunisia ha catturato 1.200 migranti e ne ha portati alcuni in Libia, nelle prigioni nel deserto.

Il 5 ottobre i nostri compagni hanno ricevuto un segnale allarmante da circa 2.000 persone migranti bloccati nel Nord-Est dell’Algeria, dove sono sottoposte a numerosi attacchi, respingimenti e continue minacce. Ci implorano di denunciare le loro sofferenze.

Il mese scorso la nostra nave Mediterranea è tornata in missione in mare. Abbiamo avuto l’onore di salvare, in due operazioni, 47 e 69 persone migranti. Le persone salvate nel primo soccorso le abbiamo sbarcate a Lampedusa, quelle salvate nel secondo le abbiamo sbarcate a Trapani. Abbiamo dovuto disobbedire alle autorità, perché incredibilmente dopo il secondo soccorso ci avevano ordinato di chiedere il POS (l’approdo) alla Libia. Noi ovviamente non potevamo che disobbedire, nella consapevolezza che “conviene obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (At 5,29). In seguito alla nostra azione di disobbedienza, siamo stati sanzionati dal cosiddetto decreto Piantedosi: multa di 10.000 euro e fermo amministrativo della nave per 20 giorni. Ovviamente abbiamo presentato ricorso.

Ci dispiace molto che nella storia del nostro Paese resterà scritto che nel 2023 l’Italia sanzionava le navi perché non accettavano di essere complici della deportazione delle persone migranti nei lager libici.

Ci dispiace soprattutto vedere la nave ferma mentre in mare continuano i naufragi e i respingimenti.
Mattia Ferrari

Nel Sito pubblichiamo le notizie sui piani per la deportazione dei palestinesi di Gaza (di Riccardo Gullo), un articolo di Marcos Roisan Rosenmann sul fallimento umano nell’attuale congiuntura storica, un articolo di Ida Dominijanni sul “doppio salto mortale” di Biden e un articolo sulle diverse versioni del terrorismo di Andrea Amato.

  • L’identità dell’Europa: chiudere ogni ombrello atomico
    (Da “Il Manifesto” del 19/03/25)- La proposta di una Costituzione della Terra al meeting (del 3-7 marzo scorso) dei 122 membri dell’Onu Stati-Parte del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari.
  • La via della pace e un disarmo globale
    (Dal “Corriere della Sera” del 18/03/25) – La lettera che Papa Francesco ha inviato al direttore del Corriere della Sera che ribadisce la necessità di senso della responsabilità per una nuova linea contro la guerra e riaccendere la speranza della pace. Come Costituente Terra non possiamo che accogliere il suo appello e continuare con impegno il lavoro iniziato: disarmiamo la Terra con una Costituzione della Terra.
  • Nelle piazze per la pace, per l’Europa
    Costituente Terra sarà nelle piazze di sabato 15 marzo a Roma per affermare che l’Europa delle armi non è la sola Europa esistente.
  • No al riarmo!
    (Da “Trasform!-Italia” del 14/03/25) – Nella stessa settimana vediamo da una parte il programma di riarmo europeo da 800 miliardi di euro, dall’altra la Conferenza Onu degli Stati Parte del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari. È chiara l’incoerenza tra l’aumento delle spese militari e gli obiettivi di disarmo con il rischio crescente di una guerra nucleare. Un’incoerenza ben presente anche nella retorica bellicista di alcuni media e intellettuali.