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Newsletter n. 95 del 7 ottobre 2022 – Il sabato

Carissimi,
domenica scorsa il Papa invece di spiegare il Vangelo all’Angelus, come fa da nove anni e facevano gli altri Papi prima di lui, si è messo in gioco per la pace nel mondo, rinnovando dopo duemila anni lo scandalo, lui capo del Sabato, secondo cui il Sabato (il Vangelo) è fatto per l’uomo e non l’uomo per il Vangelo. Ha supplicato Putin di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte, ha fatto appello a Zelensky perchè si apra al dialogo, cioè al negoziato, su serie proposte di pace, ha chiesto con insistenza ai protagonisti della vita internazionale, cioè all’ONU all’Unione Europea e alla NATO, e ai responsabili politici delle Nazioni, cioè a Biden a Ursula e a Stoltenberg, di porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation. Egli non ha chiesto a uno solo di fermare la spirale della guerra, impossibile a uno solo, ma di farlo mediante un negoziato tra “i protagonisti”. Lasciando stare le sale di tortura, il furto dei denti d’oro ai morti, il piano perverso della conquista dell’Ucraina, della Polonia e, con effetto domino, di tutta l’Europa e il ristabilimento dell’Impero di Pietro il Grande, il negoziato dovrebbe farsi sul vero contenzioso che è all’origine della guerra, cioè rimettendo in gioco nonostante le annessioni lo status delle quattro regioni del Donbass e la consegna dell’Ucraina alla NATO. Putin ha risposto col silenzio, Zelensky ha risposto emanando una legge che proibisce il negoziato con la Russia e chiedendo altre armi, gli altri protagonisti hanno risposto aspettandosi il ricorso della Russia all’arma atomica “tattica”, e preparandosi a rispondere con le armi nucleari “strategiche”.
Sapranno ora i capi delle Nazioni, i padroni delle loro opinioni pubbliche, gli opposti promotori delle manifestazioni “per la pace”, Micromega, i partiti, gli associati nelle alleanze di governo e sapremo anche noi sacrificare ciascuno il suo Vangelo all’uomo, e non l’uomo al suo Vangelo?