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Newsletter n. 99 del 6 novembre 2022 – Travisati

Cari Amici,
sabato ci sono state le manifestazioni. Ci sono andati in centomila. A Roma e in Bahrein,  per la pace, a Milano per la guerra. Il cardinale Zuppi per la pace: “Caino vide nel fratello Abele solo un nemico”, Francesco: “Amare tutti, amare i nemici”; Letta e Micromega per la guerra: “Solidarietà  con  l’Ucraina, Putin go home”, “Si alle armi, coerenti alle nostre posizioni dal 24 febbraio”. Interdette le bandiere di partito, cioè interdetto il discernimento delle ragioni, se ci sono, delle due parti.
Sabato c’è stato anche il blocco  delle navi delle ONG, il divieto di sbarco,  fuori dai porti negati.
C’è  dunque una divergenza tra chi decide che la gente deve morire e chi pensa di salvarla, di  preservarne la vita. Nel vocabolario la prima posizione si chiama assassinio, la seconda soccorso. Scongiurare la guerra significa buongoverno, sacrificare tutto alla vittoria significa terrore.
Se è un assassinio lasciare uomini, donne, bambini (quelli accompagnati , vispi e senza dissenteria)  in mezzo al mare perché vadano alla deriva e muoiano non subito ma in differita, gli assassini sono travisati , perché si mascherano con la buona azione di  “farsi carico delle emergenze sanitarie, di minori, donne incinte, donne con bambini piccoli, gente con la febbre”, e che gli altri si perdano.
Se è un assassinio mandare armi e sempre più armi perché i Russi siano scannati non meno degli Ucraini, gli assassini sono travisati perché si mischiano con il popolo della pace e con le sue bandiere.
Se la guerra, quella che una volta era dichiarata in buona e debita forma, è ordinata all’annientamento del nemico che va “debellato”, allora c’è una guerra che non mira all’annientamento dell’Ucraina ma è stata motivata dalla sua negata neutralità, e c’è una guerra che mira all’annientamento della Russia, a metterla “in condizioni di non poter mai più combattere” e a ridurla “con sanzioni mai viste prima” allo stato di paria.
Se la guerra è essa stessa un crimine, non essere equidistanti significa cercare i criminali di guerra sia ad  Est che ad Ovest, compresa la NATO.
Se la difesa dei confini della Patria consiste nello sbarrare porti e coste contro Saraceni che non ci sono e naufraghi senz’armi, questa è una ragione di irreparabile rottura tra un Paese che ieri nella Resistenza ha lottato per un mondo accogliente per tutti e un governo dell’altro ieri che si mette in stato d’assedio sul mare, anche se la sua Presidente non ha simpatia per il regime dei Tribunali speciali per la difesa dello Stato che pregava Dio di “stramaledire gli Inglesi”.

  • Gli insegnamenti di una voce rivoluzionaria
    (Da “Il Manifesto” del 22/04/2025) – Ai capi di Stato e di governo che oggi lo celebrano vanno ricordate le sue parole dell’ultima benedizione ’urbi et orbi’: «Nessuna pace è possibile senza il disarmo». Per Francesco i migranti sono oggi le vittime delle nostre ’strategie’ che hanno diviso in due l’umanità: chi viaggia libero e chi è in fuga da fame e guerre ed è alla fine ancora cacciato.
  • L’utopia bella e impossibile di una Costituzione globale
    (Da “La Repubblica” del 16/04/2025) – In un saggio Luigi Ferrajoli propone l’idea di un patto sociale planetario. Molto difficile da realizzare, utile per guardare oltre questi tempi di crisi.
  • Come vincolare il potere politico
    (Da “Il Manifesto” di venerdì 11/04) – Un estratto da «Progettare il futuro. Per un costituzionalismo globale». Il volume, edito da Feltrinelli, sarà in libreria a partire dal 15 aprile.
  • In piazza a Roma per manifestare per un’Europa della pace
    Sabato 5 aprile eravamo in piazza a Roma per manifestare per un’Europa unita per la pace.