Riace: non si rassegnano ma perderanno ancora

La giustizia e il caso di Riace. Appuntamento il 5 agosto per discutere delle grandi emergenze internazionali

Giovanna Procacci, Domenico Rizzuti e Fulvio Vassallo hanno mandato da pochi giorni alle stampe, per l’editore Castelvecchi, una nuova edizione di “Processo alla solidarietà”.

“La Giustizia e il caso Riace” doveva essere l’occasione per chiudere e capire un processo iniziato di fronte al Tribunale di Locri e conclusosi – almeno così pensavamo – proprio di recente davanti alla Corte di Cassazione. Quella abnorme condanna ricevuta in primo grado era stata finalmente ribaldata e cancellata: rimaneva una condanna, con pena sospesa, per falso in una determina comunale – che non aveva cagionato alcun danno e che gli stessi giudici avevano riconosciuto essere stata commessa in buona fede. A tacere poi di quanto la Cassazione ha detto rispetto alle intercettazioni su cui si era retto l’intero impianto accusatorio: erano illegittime e non utilizzabili.

Un nuovo abuso dello strumento penale, però, si è ripresentato proprio nella decisione appena emessa da quello stesso Tribunale di Locri che aveva condannato Lucano a oltre tredici – tredici – anni di carcere: forzando la lettera della legge “Severino”, hanno ritenuto la condanna per falso sufficiente a farlo decadere da sindaco. Perché sì, fino a qualche giorno fa non solo la giustizia, ma anche le persone avevano riconosciuto il valore del modello Riace e delle idee che portava con sé, eleggendolo a parlamentare europeo e nuovamente a sindaco.

È giusto ed opportuno che “la valutazione delle sentenze, quando non avviene in base all’utilità contingente o al gradimento soggettivo, cosa pericolosa che genera attacchi inaccettabili al corpo giudiziario” sia vista come un doveroso esercizio di democrazia, che serve anche a quest’ultimo, anche perché “la verità processuale formalmente riconosciuta dal sistema non può pretendere di essere verità assoluta”. Questa linea ha sempre contrassegnato ogni passaggio dell’interminabile odissea giudiziaria di Mimmo Lucano.

Noi continueremo a ragionare, a partire dal volume ora in stampa, su questo processo, perché ben restituisce le torsioni che sta subendo il diritto e lo stato di diritto, sotto il peso di una congiuntura antidemocratica che, usando le parole di Luigi Ferrajoli, fa del disprezzo del diritto una sua prerogativa.
Ma è importante ribadire come questa sentenza non colpisca solo Lucano, ma con lui tutte le persone che lo hanno votato e quelle che non lo hanno potuto fare, ma hanno comunque creduto nell’esperienza di Riace e nella sua capacità di opporsi alla logica dell’odio e del razzismo, utile a chi costruisce il proprio consenso trasformando l’avversario – e così i deboli – in nemico.

Noi ci opporremo: il mondo dell’accoglienza, della convivenza, dell’ibridazione tra culture e storie diverse, della rivitalizzazione delle aree più fragili, della tutela dell’ambiente, della pace e del disarmo, della difesa del pianeta, troverà giustizia non solo nelle aule giudiziarie ma anche nel Paese.

Per questo, diventa ancora più importante l’appuntamento del 5 agosto a Riace di Costituente Terra: accanto a Luigi Ferrajoli tante amiche e amici, esperte ed esperti, associazioni, movimenti, insieme per affrontare le grandi emergenze e rivendicare, ancora una volta, che anche quella di Riace, come la Costituzione della Terra, non è utopia, ma la sola strada percorribile.

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