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Sor’acqua, multo utile et umile et preziosa

Quattro miliardi di persone non hanno ancora acqua sicura e 800 milioni sono privi di accesso all’acqua potabile: uno dei problemi globali per la Costituzione della Terra. È necessario istituire un’Agenzia Mondiale dell’Acqua

Tra le finalità della Comunità della Terra c’è quella di porre fine all’inquinamento dell’acqua (art. 2 del progetto di Costituzione della Terra) perché l’acqua potabile e le sue fonti (compresi i ghiacciai, i fiumi e i mari), rientrano tra i beni comuni naturali che vanno sottratti al mercato in quanto beni naturali vitali (art. 48) istituendo un demanio planetario a loro protezione (art. 49) e l’Agenzia mondiale dell’acqua come istituzione globale di garanzia primaria (art. 74).

La situazione dell’acqua a livello mondiale risulta particolarmente grave per motivi diversi ma complementari: secondo un recente rapporto dell’ONU 4 miliardi di persone non hanno ancora acqua sicura e 800 milioni sono privi di accesso all’acqua potabile. Inoltre, soprattutto nei Paesi poveri, cresce il fenomeno del land grabbing che determina a sua volta il water grabbing, cioè l’esproprio dei terreni da parte delle multinazionali dell’agrobusiness e dell’acqua, che impongono le monocolture, le quali esigono grandi quantità di acqua ricavate da sorgenti e fiumi a scapito delle piccole comunità contadine. Tra le conseguenze c’è anche il fenomeno della desertificazione, in relazione al quale nel 1994 è stata approvata un’apposita Convezione allo scopo di combatterla soprattutto nei Paesi che soffrono di sistematica siccità come in Africa (ma il fenomeno è sempre più diffuso anche nel resto del mondo), anche se i risultati sono insufficienti a causa dell’assenza di idonee istituzioni e funzioni globali di garanzia primaria e secondaria (art. 63).

La crescente emergenza del fenomeno e la maggiore scarsità di acqua potabile come eventi estremi (Convenzione sulla biodiversità del 1992) hanno determinato l’approvazione a Lisbona nel 1998 del Manifesto mondiale dell’acqua su iniziativa di Mario Soares e Riccardo Petrella, che hanno dato vita alla campagna internazionale per l’affermazione del Contratto mondiale dell’acqua, articolato per nazioni, tra cui l’Italia che ha visto la nascita, nel 2001, del relativo Manifesto italiano, che è stato alla base del successo del referendum del 2011 e della riaffermazione dell’acqua come bene pubblico contro il profitto legato alla sua gestione (Carta di Saragozza del 2008). Quattro sono le idee di base: innanzitutto, quella secondo cui l’acqua costituisce un bene comune fondamentale, patrimonio dell’umanità; in secondo luogo, l’idea che l’accesso all’acqua potabile sia un diritto umano e sociale fondamentale; inoltre, la convinzione che i costi della quota minima per ogni persona (40/50 litri giornalieri gratuiti) debba andare a carico della collettività attraverso la fiscalità pubblica, con conseguente pagamento dell’uso in eccesso; infine, l’assunto che la buona gestione dell’acqua debba riguardare la responsabilità di tutti i cittadini a cominciare dal divieto di sperpero e abuso.

In questa direzione cerca di muoversi la UE con il suo Geen Deal o Patto verde europeo (cioè la strategia sulla biodiversità per la neutralità climatica entro il 2050) che prevede, tra l’altro, la protezione di almeno il 30% delle aree marine; il ripristino degli ecosistemi terrestri e marittimi degradati, attraverso la realizzazione di un’agricoltura sostenibile; l’adozione di un piano d’azione per l’inquinamento zero dell’acqua. Ciò in relazione all’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile: tra i 17 obiettivi, il sesto è incentrato sull’acqua pulita e i servizi igienico-sanitari.

Perciò, secondo la Costituzione della Terra, la necessità che tra i nuovi compiti di una rinnovata Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura ci sia anche quello di imporre limiti e vincoli alle coltivazioni industriali e agli allevamenti intensivi che danneggiano l’ambiente e consumano eccessive quantità di acqua (art. 79). Ma per la realizzazione effettiva di queste finalità diventa indispensabile la creazione di un’Agenzia mondiale dell’acqua allo scopo, in primo luogo, di definire e promuovere la politiche mondiali idonee a garantire a tutti l’acqua potabile e le risorse idriche come beni comuni; in secondo luogo, di organizzare la distribuzione gratuita a tutti dell’acqua potabile, nella misura del limite minimo necessario a garantire i minimi vitali; in terzo luogo, di controllare l’osservanza del divieto delle dispersioni e degli sprechi dell’acqua potabile oltre un limite massimo; infine, di sottoporre a tassazione i consumi di acqua potabile superiori al limite minimo e inferiori al limite massimo.

E’ evidente, comunque, che senza adeguate risorse il raggiungimento di questi obiettivi diventa impossibile. In questo senso, l’art. 99 della Costituzione della Terra prevede che quote di bilancio planetario e della fiscalità globale della Federazione della Terra vadano a garanzia delle spese globali, in particolare a finanziare le istituzioni globali di governo e di garanzia primaria e secondaria, riguardanti, ad esempio, i beni fondamentali come la salute, l’alimentazione di base, lo sviluppo dell’agricoltura ecologica e la tutela dell’ambiente in cui rientra anche l’acqua. Lacqua che è un diritto umano, che pertanto non può essere quotato in borsa ed esposta al profitto capitalistico, perché l’acqua è vita e va vissuta nello spirito del Cantico delle creature di Francesco d’Assisi e secondo la lettera di papa Francesco sulla cura della casa comune.

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