IL RESOCONTO DELL’ASSEMBLEA DEL 21 FEBBRAIO
VERBALE DELL’ASSEMBLEA DELL’ASSOCIAZIONE “COSTITUENTE TERRA” TENUTASI A ROMA ALLA BIBLIOTECA VALLICELLIANA IL 21 FEBBRAIO 2020 ORE 15
VERBALE DELL’ASSEMBLEA DELL’ASSOCIAZIONE “COSTITUENTE TERRA” TENUTASI A
ROMA ALLA BIBLIOTECA VALLICELLIANA IL 21 FEBBRAIO 2020 ORE 15
Raniero La Valle: L’associazione vive nella misura in cui ciascuno la fa propria, diffondendola e arricchendola. Lo Statuto che è stato inserito anche nella cartella elettronica inviata a tutti voi è quello iniziale che era volto a promuovere un’iniziativa politica, che avrebbe dovuto comportare anche la promozione di un soggetto politico come un partito. Questa prospettiva non solo non è stata condivisa, ma è stata rifiutata risolutamente, ciò che ci ha fatto capire come la strada da battere fosse un’altra. Così è nata l’idea della scuola e la ragione sociale di questa associazione è ora quella di promuovere questa scuola. Lo statuto iniziale serviva a dare una base giuridica a questa iniziativa e da allora è rimasta la dizione di Partito della Terra. Ma quanto prima provvederemo a passare a un nuovo statuto. Vi chiedo pertanto il mandato di prepararlo per poi diffonderlo e nella prossima occasione utile, approvarlo. È chiaro che noi siamo una scuola e vogliamo essere una scuola, che ha un obiettivo preciso: quello di promuovere un costituzionalismo mondiale e di giungere alla proposta e all’adozione di una Costituzione della Terra.
A questo punto noi vorremmo dare la parola a voi, per poi proporvi un programma di studi, di incontri, e anche di cattedre che chiameremo cattedre di salvataggio, che possano aiutarci cioè a salvarci in questo momento di crisi.
Luigi Ferrajoli: Il problema che ci si pone è l’organizzazione della scuola se non delle scuole. In diversi luoghi c’è la possibilità di dar vita a queste scuole e noi abbiamo già compilato un programma con una decina di lezioni. Altrettanto dovrebbero fare altre scuole per poter diffondere questa iniziativa, per promuovere a livello globale un analogo impegno. Obiettivo deve essere coinvolgere giuristi, economisti, teorici della politica ma anche giovani. La giornata di oggi dovrebbe servire dunque non solo a individuare le possibili scuole ma anche a rispondere agli obiettivi di questa associazione. Bisogna proporre delle soluzioni ai problemi oramai noti, delle tecniche e delle istituzioni di garanzia. Invitiamo persone non di Roma ad impostare diverse scuole come a Torino o a Catania.
Paolo Maddalena: Il Vice Presidente emerito della Corte costituzionale, insiste su due concetti fondamentali: Il “contesto” globale nel quale siamo chiamati a agire per la realizzazione di una “Costituzione della Terra”, e il valore “prospettico” di questa iniziativa.
Sul primo punto il Prof. Maddalena pone in evidenza che l’economia globale è insidiata dal pensiero “neoliberista”, che è riuscito a instaurare un vero e proprio “sistema economico predatorio”, fondato sulla assoluta “libertà del mercato”, il quale impone le sue regole al “Diritto”, asservendo i Popoli, distruggendo il concetto stesso di “Stato comunità” e accentrando la ricchezza nelle mani di pochi. I quali diventano i “Padroni del mondo”. Notizie certe affermano che otto persone posseggono il 50% delle risorse della terra, e che, comunque, i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri e sempre più numerosi, determinandosi così un pericoloso divario crescente, e già enorme, tra ricchi e poveri. Ben diverso è il “sistema economico produttivo” di stampo Keynesiano, accolto dalla nostra Costituzione democratica e repubblicana, che vuole la distribuzione della ricchezza alla base della piramide sociale e l’intervento dello Stato (cioè del Popolo) nell’economia. La storia degli ultimi settanta anni dimostra la validità del sistema Keynesiano e l’erroneità logica e giuridico-costituzionale del sistema economico predatorio neoliberista.
Sul secondo punto il Prof. Maddalena sottolinea che la marcia verso una sola Costituzione della Terra implica un lungo cammino. E che, intanto, bisogna fare in modo che i singoli Paesi, nel loro ambito, diano risalto alla “proprietà pubblica” da ritenere prevalente sulla “proprietà privata”, poiché, come un singolo non può vivere senza un piccolo patrimonio, così un Popolo non può vivere senza un grande “patrimonio pubblico”. Egli, pertanto, prene posizione contro le “privatizzazioni” del nostro patrimonio pubblico, ponendo in evidenza che un Governo universale non deve precludere lo sviluppo delle identità e delle caratteristiche dei vari Popoli, le quali costituiscono una grande ricchezza per tutti.
Nino Mantineo: Siamo una piccola comunità di Messina, e abbiamo subito aderito a questo progetto a titolo personale. Siamo stati in due nella nostra città di Messina che subito abbiamo colto e condiviso il sogno e l’utopia del Manifesto programmatico di una Costituzione della e per la terra. Nell’ultimo mese abbiamo avuto già due incontri per cercare di tradurre in una prassi concreta l’idea della scuola. Felice Scalia e io abbiamo fatto partecipi della proposta tante cittadine e cittadini, gruppi ed associazioni che si sono incontrati e hanno manifestato uguale disponibilità ad aderire e partecipare alla Scuola.
1. La Scuola che, come detto da Raniero, si propone anche come antiscuola, nella nostra città si orienta su due micro-obiettivi:
a) In un forte militare restituito alla comunità locale si sperimenta da tempo l’educazione alla pace e l’arte di disimparare la guerra. Ciò nell’ottica di creare una ecoprassi non violenta, con l’apporto di credenti, diversamente credenti e non credenti. Il forte san Jachiddu è luogo di una spiritualità di pace, cui partecipano anche rappresentanti di diverse religioni.
b) Scuola aperta per giovani ed anziani. E che impara nella natura e nella bellezza il significato del prendersi cura della terra e degli esseri viventi. Vogliamo intensificare nella scuola “Costituente” momenti formativi di ecoprassi per imparare un rapporto diretto con la natura.;
2. Abbiamo iniziato a sostenere gli sforzi di Papa Francesco per creare una Chiesa più evangelica e più attenta alla salvezza che si declina sia come salvezza dell’uomo che come salvezza del creato. Per questo abbiamo costruito un percorso sul tema “Cosa ci sta capitando donna? Il Vangelo di Francesco: eresia o profezia?”. Intorno a queste domande abbiamo incontrato Mancuso, Ricca, lo stesso Raniero, e due filosofi, Resta, Gorgone. Incontri aperti a tutta la comunità cittadina.
3. La scuola richiede la capacità di ascoltare i giovani, coloro che sono chiamati a profetizzare, come Greta. Con loro e i loro insegnanti ci vorremmo accompagnare per creare una Scuola di dialogo e di incontro sulla cura della casa comune, per tradurla in prassi ed educazione. Anche i giovani di Catanzaro sono meritevoli della nostra attenzione, perché oggettivamente la salvezza del Sud non passa dall’emigrazione giovanile ma dal recupero della legalità e da una scuola che sia aperta a valori di solidarietà e giustizia. L’assemblea di Messina ha proposto la creazione di un sito che aggiorni costantemente sulle iniziative, letture, documenti, riflessioni che vengono dai diversi nodi della rete che si costituisce fra coloro che aderiscono alla Costituente.
Ultima nota. La nostra Università di Messina e quella dove io lavoro a Catanzaro hanno un bagaglio di competenze nell’ambito del Diritto costituzionale e del Diritto pubblico che mettono a disposizione per un sapere collettivo.
Marta D’Agostino Tortorella: Appena sono venuta a conoscenza di questo progetto ho capito che dovevo lasciare tutti gli altri progetti che avevo in corso a Venezia. Spezzo una lancia in favore del partito, ma penso che un partito per essere valido deve avere una fase costituente buona e robusta. Questo progetto presentato stamane è coinvolgente, importante, ma l’idea che vi siano mille rivoli che non trovano un fiume dove collocarsi dimostra quanto lavoro vi sia da fare.
Ho sempre amato fare la militante e questo posso fare, lavorando nel tracciato delle cose. Spero che questo possa divenire, un giorno, un partito da votare.
Gianfranco Cammarata: Anche io vengo dal sud, dalla Sicilia, da Caltanissetta. Io vengo a portarvi l’adesione dell’associazione: “Un’altra storia”. “Un’altra storia” è il movimento che sostenne la candidatura di Rita Borsellino a presidente della Sicilia abbattendo ataviche barriere sulla libertà di muoversi politicamente senza rimanere vincolati in quelle che allora erano davvero delle prigioni partitiche. E con lo stesso spirito un’Altra Storia aderisce a Costituente Terra, le cui proposizioni concettuali ci fanno volare alto, ma in autentica aderenza ai veri bisogni della Terra e dell’Umanità, i cui diritti devono essere tutelati dalle scorribande barbariche di “Uomini soli al comando” e di un sordo e cieco liberismo unicamente proteso al profitto, riempiendone otri che non è nemmeno in grado di svuotare. Sono qui a nome di questa associazione per portarvi qualcosa. Noi siamo talmente entusiasti del progetto da voler donare qualcosa di noi. Quest’operazione non può prescindere dal dono. Il segreto di tutte le questioni discusse stamattina sta nel concetto del “darsi”. Un bel sogno va vissuto e quella che si potrebbe anche definire una cavalcata utopica in realtà ci pone nella condizione di poter dire ai nostri figli: ” Io ci ho provato ! ” e, forse, per questo avere il loro perdono. Noi ci siamo e ci sentiamo parte di questo movimento. La prima cosa importante da fare però è di dotarsi di un robusto e coerente sapere per fronteggiare la diabolica blasfemia di chi sa come ordire bugie e malevolenze pur di orientare il pensiero pro domo sua. Perciò sono quattro anni che noi facciamo scuola, la scuola “Tulumello ” presso la quale ci hanno fatto l’onore di arricchirci grandi e generosi docenti, fra i quali Luigi Ferrajoli, fra i primi. Anche quest’anno abbiamo disposto un piano di studi. Mettiamo a disposizione del progetto di Costituente Terra la nostra associazione e questa scuola senza nessuna pretesa e con la logica dello scambio propositivo. consapevoli della necessità di dipanare territorialmente l’enorme ricchezza che produrranno gli incontri romani. E al momento questa ci appare la forma organizzativa corretta: intanto per creare un fronte che sia il più possibile vasto e ricco di contributi, liberi da necessità settarie, la cui forza si misurerà successivamente con le necessità del tempo che verrà. Un anno fa abbiamo dato il nostro modesto ma entusiastico contributo all’Agorà degli abitanti della Terra. Oggi il nostro cammino ci fa stringere la mano a un altro viandante, povero di beni ma ricco di passioni. Eccoci, ci siamo anche noi in Costituente Terra!
Laura Nanni: Dal momento che nella scuola e in progetti connessi mi occupo di integrazione e inclusione di migranti, bambini e adulti, vorrei parlarne, ma ci vorrebbe un incontro dedicato per affrontare la questione della migrazione. Ora colgo la suggestione di Raniero La Valle, quando ci ha detto che dobbiamo dis-imparare ciò che ci ha portato alla condizione attuale, dis-imparare l’arte della guerra; che dobbiamo cercare le risposte alle domande che ci stiamo ponendo e ai problemi, perché ancora non conosciamo le soluzioni…
Ecco, io da insegnante mi pongo il problema di ciò che insegniamo, di quali manuali utilizziamo, dei contenuti di questi manuali e del metodo che seguiamo. Quali contenuti e valori veicoliamo? Consentiamo lo sviluppo del pensiero critico? Dovremmo davvero prendere in esame questi libri per de-costruire quanto assumiamo per scontato, per acquisire uno sguardo critico e non far passare tutto così com’è scritto, perché è scritto.
Si possono de-costruire i contenuti in modi diversi, io provo a farlo per la storia delle donne, esaminando nei manuali autrici e vite di donne, come vengono trattate. D’altronde Montaigne (XVI sec) scrisse che “…fanno bene le donne a non rispettare le leggi perché sono state scritte dagli uomini”. Ma lo si può fare anche ponendo all’attenzione possibili ipotesi che possano mettere in campo sguardi diversi sui fatti, per mettere in movimento il pensiero e la possibilità di pensare a sviluppi che non debbano seguire le vie dell’abitudine.
Per fare un esempio, che può anche divertire, chiedo: cosa sarebbe accaduto se invece di Giovanna, fosse esistito un Giovanni D’Arco, come sarebbero andate le cose?
|
Luigi Giario: Nel nostro villaggio solidale di Burolo d’Ivrea abbiamo ospitato Serge Latouche e affrontato per tre giorni il tema della decrescita pensando di poter fare una scuola senza però andare oltre la organizzazione di qualche ulteriore incontro. Abbiamo anche organizzato alcuni incontri sulla CNV di Rosemberg che secondo me bene si attaglia al tema della pace di cui si è parlato.
Vittorio Bellavite: A proposito dello Statuto penso siamo tutti d’accordo sulla proposta di modifica dello Statuto e il mandato a riscriverlo. Un’osservazione: all’art. 4 si parla della possibilità che movimenti, associazioni ecc… aderiscano, a cui verrebbe assegnato un solo voto come per gli aderenti individuali. Penso si debba valutare come dare un peso maggiore alla loro presenza, con un voto plurimo o altro.
Sappiamo che l’impresa a cui ci accingiamo è difficile e che realizzare le scuole è cosa molto impegnativa, se fatta al livello richiesto dai problemi giganteschi che vorremmo affrontare. Penso che, in ordine a queste difficoltà, si debba pensare molto a come legarsi in rete con realtà già presenti e ben operative e di sensibilità omogenea. Penso a ONG, movimenti ambientalisti, pacifisti, del volontariato ecc….che sono spesso molto bravi nello specifico del loro intervento ma con scarsa dimensione politica complessiva. Sarà necessario riflettere sui collegamenti internazionali da avviare.
Ipotizzo un allargamento dell’asse ora centrale di “Costituente terra, quello ambientalista, a un asse altrettanto importante, quello del contrasto al galoppante progredire del riarmo nucleare, che ora sfugge quasi del tutto ai media, all’opinione pubblica ed anche all’attenzione delle forze democratiche. E’ relativamente nuovo (da tre o quattro anni) il fatto che si prevedano armi più flessibili e sofisticate e quindi “usabili” su scenari meno generali per guerre più circoscritte. In Italia c’è uno strapotere dei militari e della Nato.Ministri di qualsiasi tipo, governi di destra o di centrosinistra non interferiscono mai, non hanno alcuna voce in capitolo. Da Vicenza al raddoppio di Camp Derby, al Muos ecc…. tutto procede con l’avallo del potere politico (che dice di SI mentre diceva di NO quando era all’opposizione, vedi 5Stelle). Esiste un’area pacifista attiva e ben documentata (e ben collegata coi circuiti pacifisti internazionali) ma con difficoltà a farsi ascoltare nel circuito mediatico. Penso che, andando controcorrente, questo dovrebbe essere un punto da sottolineare fortemente
.
Gustavo Gagliardi: L’interrogativo posto a Ferrajoli: “la Terra è titolare di diritti ?”- Ma la Terra siamo Noi ! Umanità e Terra coincidono. Adam Smith scriveva della Ricchezza delle Nazioni; ma la ricchezza del Pianeta Terra è l’Umanità, e la Terra è Patrimonio (ricchezza) dell’Umanità. Questa ricchezza è anche una ricchezza potenziale. Dobbiamo massimizzare la ricchezza del pianeta. Ci sono troppe disparità: i poveri, gli analfabeti, gli interdetti. Dobbiamo contribuire a rendere la Terra disponibile e aperta a tutti. Dovremmo essere tutti come degli Apostoli. L’umanità deve preparare un futuro migliore. In 500 anni l’uomo ha fatto dei progressi incredibili, e forse in altri 200 anni avremmo raggiunto il pieno benessere. Creare un movimento mondiale è importante per la salvezza del pianeta, e dobbiamo fare presto! Il futuro è l’urgenza della difesa della Terra …dell’Umanità.
Matteo Bellucci, studente in giurisprudenza Ho vent’anni, penso che le riforme in quanto tali si pongano sul piano del dover essere e affinché non rimangano lettera morta come la storia spesso ce ne ha consegnate, abbiano bisogno di interpreti che le respirino e le facciano vivere. È auto-evidente questa necessità; c’è un mutare del sentire, mutare che può essere figlio delle catastrofi come la nostra storia ci insegna, oppure può porsi su di una prospettiva secolare. Penso che il primo passo affinché queste riforme possano prendere vita sia quello di concepire un modello di scuola che sia rivolto ancora più che ai giovani, ai giovanissimi, che sono puri nel pensiero. Io ho un fratello molto piccolo di 14 anni che l’anno scorso ha partecipato attivamente ai “venerdì per l’ambiente”. Questo mi dà speranza, questo penso possa alimentare quella scintilla di speranza di cui parlava il professor Ferrajoli questa mattina. Solo con i loro respiri credo si possa dar vita a quella visione illuminante che questa mattina veniva proposta.
Alice Cauduro, ricercatrice: La tematica dei farmaci essenziali ha una portata globale, paradigmatica di quello che è il diritto alla salute. Questa sta diventando una questione che anche l’Italia e l’Unione Europea devono gestire ogni giorno sempre di più. In un certo senso dunque ci riguarda molto da vicino. Portare alla sensibilizzazione la politica è importante. Il diritto alla salute pone una questione emblematica sul rapporto Stato-Mercato. Quello di cui parlava stamattina il professore Ferrajoli è un problema enorme, cioè la mediazione per l’accesso ai farmaci essenziali non avviene perché non c’è l’interesse del mercato a produrre quei farmaci. Dunque ci sono persone che muoiono per l’assenza di beni che potrebbero essere prodotti ma che il Pubblico lascia completamente al mercato. Questo è paradigma di un tema che secondo me dovrebbe essere centrale ovvero quello della sanità pubblica. Riprendendo l’intervento che mi ha preceduto è importante che i giovani abbiano consapevolezza del patrimonio che deriva dalla conquista della Sanità Nazionale. Abbiamo di fronte un sistema che viene attaccato quotidianamente da parte del mercato. Volevo citare in questo senso un passaggio del professor Ferrajoli dove sottolinea che forse dovremmo chiederci se non siano incostituzionali i ticket.
Ultimo aspetto che volevo riprendere è la questione delle Istituzioni di garanzia. In questo senso penso alle autorità amministrative indipendenti, soggetti senza rappresentanza cui viene demandata la garanzia dei diritti fondamentali.
Ilva Palchetti: Vengo da Bagno a Ripoli e mi occupo di varie cose. Mi dò da fare sulla non violenza e sulla politica. Faccio parte del gruppo politico Cittadinanza Politica di Bagno a Ripoli. Giorni fa abbiamo presentato una mozione affinché il Comune appoggi la proibizione delle armi nucleari e la seconda marcia mondiale.
Ho un interrogativo: sentivo parlare di Chiesa, sentivo parlare di cristianità. Volevo sapere se questa associazione sarà anche aperta a tutte le religioni perché questo è importante e bisogna specificarlo.
Ci sarà molto da fare in questa associazione che mi ha entusiasmato subito, proprio perché ha valori in cui io credo e perché il sapere e la conoscenza della persona può migliorare tutto. Ci sono due temi che l’associazione deve prendere in esame, ovvero l’ecologia in quanto crisi climatica e il disarmo. Mentre parliamo i ghiacciai si sciolgono.
Non c’è più democrazia, la democrazia viene sempre più erosa. Dato che mi interesso un po’ di politica locale, posso dire che abbiamo delle situazioni davvero incredibili. La partecipazione politica del cittadino è particolarmente assente. Noi siamo tartassati dal consumo di suolo e ai politici non importa nulla. Se la Giurisprudenza ci aiutasse a porre rimedio a tutto ciò che è anticostituzionale sarebbe importante.
Antonella Braga: Prima di tutto vi voglio ringraziare perché il vostro appello mi ha aperto la speranza. E la speranza in termini kantiani è l’origine della morale e della politica. Sono un’insegnante di storia e filosofia in Piemonte e mi occupo di storia dell’integrazione europea. Tre questioni da porre per la scuola:
La prima è che questo bisogno di pensiero è un bisogno finalizzato ad una rivoluzione. Quando si parla di spodestare i due sovrani e metterli al servizio del popolo e dell’umanità poniamo una questione rivoluzionaria. Tutto ciò non parte da zero. Perciò concordo con Vittorio Bellavite sulla necessità di fare rete con altri soggetti che condividono simili finalità.
La seconda cosa è che quando noi andiamo a parlare di trasformazioni a livello globale trasformiamo anche radicalmente l’idea di democrazia. Io sono di tradizione olivettiana e penso che riprendere il discorso di Olivetti sulle comunità serva a immaginare la separazione tra istituzioni di governo e di garanzia.
La terza è che quando parliamo del costituzionalismo sovranazionale a livello globale abbiamo come europei una responsabilità enorme, perché se c’è un tentativo di costruire una sovranazionalità, è proprio quello che si sta facendo in Europa. Dunque dobbiamo dimostrare al mondo che è possibile nei fatti. A me personalmente farebbe piacere se all’interno della scuola vi fosse un’area dedicata all’Europa e al processo in atto. All’interno di questo mi piacerebbe ci fosse una specificità dedicata alla cittadinanza di residenza e quindi ad esempio per i migranti.
Io offro la mia disponibilità – con Giannino Piana (Arona) Gherardo Colombo e Umberto Morelli (Torino) – ad organizzare una sezione della Scuola tra Piemonte e Lombardia, in collaborazione anche con il Centro Sereno Regis di Torino, la Comunità Artaban di Burolo di Ivrea e con altri soggetti piemontesi e lombardi eventualmente disponibili.
Esprimo, infine, il bisogno di un chiarimento in merito al funzionamento degli “istituti di garanzia” così come delineati dal prof. Ferrajoli nel testo della sua relazione. Concordo sulla prospettiva che la fondazione degli “istituti di garanzia” a difesa dei diritti fondamentali debba essere normata dalla Costituzione e quindi sovraordinata rispetto alla decidibilità da parte della sfera politica. Non riesco, però, a immaginare come il concreto funzionamento di questi istituti possa essere sottratto al controllo democratico e affidato, come avviene ad esempio per la magistratura, ad autorità indipendenti di carattere tecnico e a organi di autocontrollo. Il dirigente di un istituto di garanzia che dovesse garantire ad es. il diritto alla salute sarebbe tenuto a scelte molto più complesse (più simili alle funzioni di governo che a quelle della magistratura) e con maggiori margini di discrezionalità.
Mi chiedo allora chi e come controllerebbe il decisore che, essendo umano, sarebbe sempre passibile di errori e di scelte arbitrarie. Mi spaventa una possibile deriva tecnocratica di questi istituti, se sottratti a una legittimazione democratica, perché ritengo che, nonostante tutti i suoi difetti, il metodo democratico sia ancora quello che consente minori margini di arbitrarietà ai decisori. Forse, però, sono io a non aver ben compreso quest’aspetto della proposta del prof. Ferrajoli o forse serve un ulteriore sforzo di immaginazione che mi manca. Quindi, resto aperta a ogni possibilità e vorrei aprire un confronto su questo punto.
Marco Romani: Faccio parte dell’associazione ”Pane pace e lavoro” di Reggio Emilia. Io credo che da molti anni ci sia una tendenza alla neutralità nell’educazione della scuola e non solo, anche nell’educazione dei figli, dei fratelli o degli amici. L’idea sbagliata è che dare dei contenuti vada bene ma rimanendo neutrali. Proprio oggi si parla della creazione di un movimento di opinione, opposto alla neutralità. Questo perché ogni azione nasce dal pensiero ed educa un pensiero.
Importante anche la lotta all’ignoranza. Con l’associazione con cui lavoro abbiamo iniziato una serie di incontri su diversi temi come il processo legislativo, la finanza, le leggi elettorali. Visto che i movimenti di pensiero di oggi nascono sull’ignoranza combatterla è fondamentale.
Pierluigi Sorti: Riprendendo le considerazioni che faceva Cancedda sull’Europa sono qui a proporre un’ipotesi di lavoro, ad esempio aprire un sito che sia dedicato al dibattito in corso sulla natura istituzionale dell’Europa. Tutti coloro che fossero interessati al tema potrebbero partecipare.
Emanuele Fatale: Vengo da Siracusa e sono socio di “Un’altra storia”. L’invito che io faccio è di condividere la realtà della Banca Etica. La Banca Etica è per l’ambiente, essa non investe in energia nucleare né in commercio di armi. Chiediamo ai nostri istituti di credito di non investire nel commercio di armi. Chiedo all’associazione di aprire il conto in una Banca Etica, per un’assoluta trasparenza. Tutti gli investimenti in persone giuridiche sono pubblicati nel sito, possiamo sapere dove vanno i nostri soldi.
A Natale la Svizzera spegne la sua seconda centrale nucleare. Spegniamo la nostra. Ci sono società che garantiscono al 100% energia da fonti rinnovabili. Abbiamo il potere per invertire le sorti del mondo.
Massimo Urso: Sono molto contento di essere qui. Esprimo qualche perplessità e qualche esigenza:
– sull’associazione e sulle sue dinamiche: è necessario che l’associazione si strutturi a livello locale (regionale o interregionale), questo per permettere iniziative condivise, visto che possono partecipare (e fanno parte dell’ associazione stessa) singole persone, che non è detto agiscano all’interno di associazioni già strutturate. A me interesserebbe questo in quanto vorrei inserire all’interno di una serie di iniziative prossime venture sul tema dei cambiamenti climatici che si svolgeranno presso l’ente per cui lavoro (Parco Nord Milano – un parco regionale lombardo) un momento di incontro su Costituzione Terra. E per fare questa cosa sarebbe molto utile e bello unire le forze di chi abita in Lombardia.
– in questo nostro incontro abbiamo parlato poco, troppo poco secondo me, delle tematiche ambientali. Abbiamo affrontato i temi della pace, delle disuguaglianze, della povertà, delle guerre…. Tutte cose fondamentali, importantissime, ma che, ipotizzando una meravigliosa quanto oggi improbabile convergenza di tutti gli uomini (improvvisamente armati di tanta buona volontà) si risolverebbero “facilmente”. Mentre, come ci dicono gli scienziati, non si risolverebbero così “facilmente” i problemi ambientali, soprattutto quelli legati ai cambiamenti climatici. E perché non si risolverebbero? Perché noi continuiamo ad assumere una visione antropocentrica del mondo! Che vede sempre e comunque l’uomo davanti a tutto. Temo che noi non siamo capaci di prenderci veramente cura del creato. Anche agendo al meglio nei confronti di tutta l’umanità, comportandoci con fratellanza e abolendo ogni forma di disuguaglianza, riusciremmo a minare la nostra stessa sopravvivenza (essendo noi legati strettamente alla natura che ci circonda). La paura è quella che fa sì che noi siamo tutti qui. Non ho sentito nessuno però oggi parlare della paura, e noi ne dobbiamo avere. Paura è quella che ha Greta Thumberg quando ci espone il suo pensiero. Io sono qui a livello personale perché mi ritengo molto coinvolto da questa iniziativa.
Su queste cose mi aspetto molto da Costituente Terra! Dobbiamo muoverci anche in questa direzione, verso il riconoscimento del valore unico e insostituibile che ogni essere vivente ha per il solo fatto di esistere.
Spero di essere stato abbastanza chiaro, soprattutto su questa ultima questione che ritengo di vitale importanza (soprattutto perché non ancora bene compresa, io credo).
Come dice Hans Jonas “al nuovo orizzonte inquietante che l’agire umano ha acquistato grazie alla tecnica moderna deve corrispondere una nuova teoria etica capace di inserirsi in questo orizzonte per valutare le possibili conseguenze catastrofiche dell’agire dell’uomo,
Luigi Ferrajoli: In risposta ad alcuni interventi. Le questioni terminologiche sono discutibili, tuttavia vi sono dei problemi di grammatica che richiedono la distinzione fra soggetti e oggetti. Non possiamo parlare di diritti soggettivi per entità inanimate. Credo che alla categoria dei diritti fondamentali vada aggiunta quella dei beni fondamentali, distinti dei beni patrimoniali, come oggetto di tutela e di garanzia. Non serve soggettivare queste entità perché i diritti soggettivi sono diritti azionabili. Nessun soggetto umano può assumersi il titolo di rappresentante della terra. La Terra e i beni fondamentali devono essere oggetto di garanzia sottratti al mercato e alla decisione politica. Oltre a questi esistono beni artificiali come farmaci e beni personalissimi che devono essere garantiti come intoccabili. L’uso delle parole ha una enorme rilevanza nella identificazione delle garanzie. Le garanzie dei diritti sono diverse da quelle dei beni. Naturalmente non c’è nulla di ontologico, però ritengo che la categoria dei beni fondamentali sia non meno rilevante di quanto non sia quella dei diritti fondamentali.
L’altra questione è quella delle istituzioni di garanzia. Sono istituzioni la cui legittimazione non consiste nel consenso della maggioranza. Sono istituzioni antimaggioritarie. Esse dovrebbero avere lo stesso statuto e gli stessi controlli che ha, ad esempio, la Giurisdizione. Non abbiamo bisogno di un governo mondiale, ciò di cui abbiamo bisogno è l’istituzione del sistema delle funzioni di garanzia, e la loro legittimazione non è la maggioranza ma l’uguaglianza. Queste istituzioni a livello globale sono quelle che possono risolvere la gran parte dei problemi. Non c’è bisogno di istituzioni di governo. Gli eserciti vanno soppressi, le armi vanno soppresse. La salute deve essere garantita a tutti. Devono essere costruite reti in grado di portare l’acqua ovunque. Naturalmente tutto questo richiede un disegno che solo un testo costituzionale può configurare.
Oggi vi è l’idea corrente che l’unica forma di legittimazione sia il voto, ma su alcune cose non si vota! Non si vota sulla sopravvivenza del pianeta! Non si vota sulla pace. È una cosa assurda che in Colombia si sia tenuto un referendum sulla pace. La pace è un prerequisito della politica.
La pace, la salvaguardia dell’ambiente, la salute, la sopravvivenza delle persone, l’immunità da torture, la libertà di coscienza non sono questioni di maggioranza. Occorre sottrarre i diritti fondamentali alla gestione discrezionale e questo solo le Costituzioni possono farlo.
Raniero La Valle: Vorrei dire una sola cosa su questi ultimi temi. Se noi oggi possiamo dire queste cose, è anche perché siamo orgogliosi di vivere in questo tempo della storia dell’umanità, quando sono passati millenni in cui queste cose sono state pian piano maturate e conquistate dalle lotte di uomini e donne. Abbiamo il diritto di dire che la pace non si discute, perché siamo in un punto avanzato della storia e dobbiamo rivendicare tutto ciò. La tortura, la schiavitù, l’uguaglianza non si possono mettere in discussione. Siamo nel 2020, ma quanto tempo prima avremmo potuto raggiungere questi traguardi! “Che il forte non abbia ad opprimere il debole, la legge garantisca gli oppressi” era già scritto migliaia di anni fa nel Codice di Hammurabi!
Queste sono le delibere che sono state adottate nel corso dell’Assemblea:
L’associazione “Comitato promotore del partito della Terra” cambia il suo nome in “Costituente Terra”.
Viene dato mandato al Comitato esecutivo di predisporre il nuovo Statuto da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea.
Viene aperto, anche se ancora in costruzione e da correggere in vari punti il sito www.costituenteterra.it, al quale ben presto si affiancherà il sito bibliotecadialessandria.
Viene nominato un Comitato direttivo allargato così composto:
Raniero La Valle, Luigi Ferrajoli, Francesca Landini, Francesco Carchedi, Fiorella Coppola, Paolo Maddalena, Grazia Tuzi, Giacomo Pollastri, Raul Mordenti, Gustavo Gagliardi, Anna Falcone, Walter Tocci, Roberto Schiattarella, Domenico Gallo e Paola Paesano.
Vengono indicati i prossimi appuntamenti della Scuola per l’anno in corso, a partire dall’incontro fissato per mercoledì 11 marzo alle ore 16 alla Biblioteca Vallicelliana, con le “ultime notizie” su “Il virus e noi” che saranno introdotte dalla prof. Anna Sabatini Scalmati e la relazione su “Sovranità e Costituzioni” del prof. Luigi Ferrajoli.
Paola Paesano: Ascoltando tutti i preziosi interventi che si sono susseguiti mi è parso di capire che una delle domande che maggiormente apparivano era come attuare questo lavoro collettivo. Quello che è maturato da questo discorso è la questione delle reti. La questione è come lavorare a queste reti a servizio di un’idea comune. Mi viene in mente il servizio bibliotecario nazionale, in cui tutti lavorano alla stessa cosa, ovvero alla messa a disposizione di chiunque della notizia, dell’informazione. Il tutto è concepito in poli, ma poi c’è un indice nazionale in cui ognuno per conto suo aggiunge, condividendo. L’associazionismo che si raccoglierà nella presente iniziativa deve lavorare a questa cosa comune. Non è questione di rete ma di integrare tutte le tematiche affrontate. E più sono le tecniche e i linguaggi e le chiavi di lettura del problema della terra e dell’umanità, tanto più penso questo progetto possa essere efficace. L’altro aspetto che è stato toccato riguardava il creare una relazione intergenerazionale. Serve un’energia nuova. Servono corpi oltre che intelletti. Una scuola non può inoltre non agganciare le scuole in senso concreto, fisico.
Conclusione dell’Assemblea