Una vera guerra scatenata di nuovo contro la Russia. L’Occidente vuol dettare la sua volontà e le sue regole a tutti i Paesi. Auspicato un assetto multipolare e pacifico. “Non ci sono popoli nemici”. Le ragioni della catastrofe che sta vivendo il popolo ucraino
Una vera guerra scatenata di nuovo contro la Russia. L’Occidente vuol dettare la sua volontà e le sue regole a tutti i Paesi. Auspicato un assetto multipolare e pacifico. “Non ci sono popoli nemici”. Le ragioni della catastrofe che sta vivendo il popolo ucraino
Pubblichiamo, senza manipolazioni, il discorso tenuto dal Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin il 9 maggio scorso sulla Piazza Rossa di Mosca, nell’anniversario della vittoria dell’Unione Sovietica sulla Germania nazista nella II guerra mondiale.
Cari cittadini russi, veterani, compagni soldati e marinai, ,ufficiali, combattenti e comandanti, mi congratulo con voi nel giorno della vittoria. Festeggiamo in nome dei nostri padri, nonni e bisnonni che hnno reso gloriose e immortali le loro gesta, difendendo la patria.
Con un coraggio incommensurabile e grandi sacrifici hanno salvato l’umanità del nazismo. Oggi la civiltà si trova di nuovo su un confine cruciale e decisivo. Contro la nostra madrepatria è stata scatenata nuovamente una vera guerra, ma abbiamo respinto il terrorismo internazionale, proteggeremo anche gli abitanti del Donbass e garantiremo la nostra sicurezza.
Per noi, per la Russia, non ci sono popoli ostili né nemici, né a Ovest né a Est. Come la stragrande maggioranza delle persone nel pianeta vogliamo vedere un futuro pacifico. Riteniamo che qualsiasi ideologia di supremazia sia per sua natura ripugnante, criminale e letale. Tuttavia le élites globaliste occidentali continuano a insistere sulla loro eccezionalità mettendo gli uni contro gli altri e dividendo la società, provocando conflitti sanguinosi e colpi di Stato, seminando odi, russofobia, nazionalismo oppressivo, distruggendo valori familiari e tradizionali che rendono una persona umana. E tutto ciò al fine di continuare a dettare e imporre la loro volontà, i loro diritti, le regole e, in sostanza, un sistema di saccheggio, violenza e oppressione. Sembra che abbiano dimenticato a cosa hanno portato le folli pretese dei nazisti alla dominazione mondiale. Hanno dimenticato chi ha distrutto questo male mostruoso e totale, chi si è schierato a difesa della loro terra e non ha risparmiato le proprie vite per liberare i popoli d’Europa.
Vediamo come in alcuni Paesi vengano distrutti senza pietà e freddamente i memoriali ai soldati sovietici, abbattuti i monumenti ai grandi comandanti, venga creato un vero e proprio culto dei nazisti e dei loro complici, mentre si tenta di cancellare e falsificare la memoria degli autentici eroi. Questo oltraggio alle imprese e ai sacrifici della generazione vincente è anche un crimine, un revanscismo aperto da parte di coloro che cinicamente e senza veli preparavano una nuova invasione della Russia radunando spazzatura neonazista da tutto il mondo. Il loro obiettivo – e qui non c’è nulla di nuovo – è realizzare la disintegrazione e la distruzione del nostro Paese, cancellare i risultati della Seconda Guerra Mondiale, rompere definitivamente il sistema di sicurezza globale e il diritto internazionale, soffocare qualsiasi centro sovrano di sviluppo. Ambizioni smisurate, arroganza e sfrenatezza portano inevitabilmente a tragedie.
E proprio qui sta la ragione della catastrofe che sta vivendo il popolo ucraino. È diventato ostaggio di un colpo di Stato e del regime criminale che ne è emerso sotto il controllo dei suoi padroni occidentali, una pedina nei loro piani crudeli e egoistici.
Per noi, in Russia, la memoria dei difensori della patria è sacra, la custodiamo nei nostri cuori. Rendiamo omaggio ai partecipanti alla Resistenza che hanno combattuto coraggiosamente contro il nazismo, ai soldati delle Forze Armate alleate della Gran Bretagna, degli Stati Uniti e di altri Paesi. Ricordiamo e onoriamo l’impresa dei soldati cinesi nella lotta contro il militarismo giapponese. Sono convinto che l’esperienza di solidarietà e partenariato durante gli anni di lotta contro una minaccia comune sia il nostro inestimabile patrimonio, un solido punto di riferimento proprio ora, quando sta prendendo forza il movimento irreversibile verso un mondo multipolare più giusto, basato sui principi di fiducia e sicurezza indivisibile, pari opportunità per lo sviluppo autonomo e libero di tutti i Paesi e i popoli.
È molto importante che oggi qui a Mosca si siano riuniti i leaders della Comunità degli Stati Indipendenti (si tratta di Armenia, Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan). Vedo in questo un gesto di gratitudine per l’impresa dei nostri antenati: hanno combattuto insieme e hanno vinto insieme – tutti i popoli dell’URSS hanno contribuito alla vittoria comune – . Ricorderemo sempre questo. Abbassiamo la testa in memoria di tutti coloro la cui vita è stata presa dalla guerra, in memoria di figli, figlie, padri, madri, nonni, mariti, mogli, fratelli, sorelle, parenti, amici (si osserva un minuto di silenzio).
Cari cittadini della Russia, le battaglie decisive per il destino della nostra patria sono sempre diventate patriottiche, popolari e sacre. Siamo fedeli al testamento degli antenati, comprendiamo profondamente e chiaramente cosa significa essere degni delle loro altezze nelle imprese militari, lavorative e morali.
Siamo orgogliosi dei partecipanti all’operazione militare speciale, di tutti coloro che combattono in prima linea, di coloro che sotto il fuoco nemico forniscono supporto al fronte e soccorrono i feriti. Non c’è compito più importante ora del vostro lavoro in battaglia. Su di voi si basa la sicurezza del Paese, da voi dipende il futuro del nostro Stato e del nostro popolo. State adempiendo con onore al vostro dovere militare e combattete per la Russia. Dietro di voi ci sono le vostre famiglie, i vostri figli, i vostri amici. Vi aspettano. Sono sicuro che sentite il loro amore infinito.
L’intero Paese si è unito per sostenere i nostri eroi. Tutti sono pronti ad aiutare e pregano per voi.
Oggi in ogni nostra famiglia si onorano i partecipanti alla Grande Guerra Patriottica, si ricordano i propri cari e si pongono fiori ai memoriali militari.
“Noi siamo con voi nella Piazza Rossa”, ha concluso Putin, e dalla piazza ha preso lo spunto per rievocare i fondatori di Mosca e del Cremlino, i principi Yuri Dolgoruki e Dmitry Donskoy, ricordare il generale Kutuzov, il vincitore di Napoleone, e affermare che “non c’è nulla di più forte, potente e affidabile della nostra unità, e nulla di più forte nel mondo del nostro amore per la patria”.
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