L’UMANITÀ AL BIVIO
Le catastrofi e le sfide globali dalle quali dipende la sopravvivenza dell’umanità sono sempre più evidenti e minacciose. E’ stato calcolato che nel 2023 sono avvenute nel mondo 59 guerre. E’ancora in corso quella fra Russia e Ucraina, con il pericolo della sua degenerazione in un conflitto nucleare, ed è nuovamente esploso in forme tragiche e spaventose il conflitto israeliano
palestinese. Il riscaldamento climatico, con l’emissione ogni anno di quantità di anidride carbonica maggiori che nell’anno precedente, sta raggiungendo il punto di non ritorno e renderà inabitabili parti crescenti del nostro pianeta. Crescono e sono sempre più visibili e scandalose, in un mondo interamente interconnesso, le disuguaglianze globali, le violazioni dei diritti umani e le migrazioni di massa. E’ del resto inverosimile che 8 miliardi di persone, 195 Stati sovrani nove dei quali dotati di armamenti nucleari, un capitalismo vorace e predatorio e un sistema industriale ecologicamente insostenibile possano a lungo sopravvivere senza andare incontro alla distruzione delle condizioni di vita sul nostro pianeta.
LA NECESSITÀ DI UN‘ALTERNATIVA
Di fronte ai pericoli che incombono sull’umanità deve crescere la consapevolezza della necessità e dell’urgenza, letteralmente nell’interesse di tutte le persone – povere e ricche, deboli e forti –, di un salto di civiltà consistente nel superamento dei confini, dei nazionalismi e dei conflitti identitari, nonché nella stipulazione di un nuovo patto globale di pacifica convivenza e sopravvivenza. La consapevolezza di questa necessità è stata già manifestata da altre proposte di rifondazione della comunità internazionale, l’ultima delle quali è la Carta della Terra lanciata nel 2000 e contenente 16 principi in tema di tutela dell’ambiente, di pace e di giustizia sociale. Ma le enunciazioni di principio, già presenti in tante carte sovranazionali, non bastano. Di fronte all’inerzia e alla cecità delle classi di governo di tutto il mondo e al senso generale di impotenza e rassegnazione, è necessario dar vita a un movimento d’opinione diretto a ricorrere al solo strumento finora sperimentato con successo nei crocevia della storia: l’imposizione di rigidi limiti e vincoli costituzionali ai poteri selvaggi degli Stati sovrani e dei mercati globali, attraverso non solo la formulazioni dei principi, ma anche l’introduzione delle istituzioni globali di garanzia in grado di renderli effettivi.
LA COSTITUZIONE DELLA TERRA
Nessun governo, nessun singolo soggetto economico o finanziario, per quanto potenti, sono oggi in grado, singolarmente, di affrontare le catastrofi che, per la prima volta nella storia, stanno mettendo in pericolo il futuro del genere umano. Il solo rimedio alle catastrofi è che, tutti insieme, i popoli e gli Stati della Terra giungano a una rifondazione della Carta delle Nazioni Unite e delle numerose convenzioni sui diritti umani che imponga la creazione di idonee garanzie a difesa dei principi di pace e di uguaglianza in esse formulate: un demanio planetario che sottragga al mercato e alla devastazione i beni vitali della natura, rigidi divieti di emissione di gas serra, la messa al bando di tutte le armi e di tutti gli eserciti, la creazione di istituzioni globali di garanzia della salute, dell’istruzione e della sussistenza e un fisco globale e progressivo in grado di finanziarle. Per questo non esiste altra risposta razionale se non la stipulazione di una Costituzione della Terra.
UNIAMO I POPOLI
Per raggiungere questi obiettivi nel 2020 venne costituita in Italia l’associazione “Costituente Terra” finalizzata a diffondere il progetto in 100 articoli formulato, come base di una discussione, nel volume di Luigi Ferrajoli, Per una Costituzione della Terra, Feltrinelli, Roma 2022. Il libro, già tradotto in spagnolo e portoghese, sarà prossimamente pubblicato in francese, inglese, tedesco e presto nel maggior numero possibile di lingue. Alle innumerevoli persone che hanno già aderito al progetto in tante parti del mondo, e a quelle che vorranno aderire, chiediamo ora di collaborare nella costruzione della rete internazionale di “Costituente Terra” e di impegnarsi ad istituire nei luoghi di vita, di studio e di lavoro, ovunque possibile, un centro o una scuola o un circolo territoriale di discussione.
UN PROCESSO COSTITUENTE DAL BASSO
Scopo della rete internazionale sarà quello di: diffondere il progetto e raccogliere nuove adesioni; organizzare incontri nei quali discutere la bozza e proporre emendamenti o integrazioni sui temi non trattati; sviluppare un confronto tra persone da ogni parte del mondo, con storie e culture diverse, volto a perfezionare e condividere la Costituzione globale. Per questo auspichiamo anche l’adesione e l’aiuto di persone esperte nelle diverse discipline umanistiche e scientifiche che, in contatto tra loro, possano lavorare insieme sui temi che questo processo pone e porrà. Lo scopo, ambizioso, è quello di trasformare l’iniziativa in un processo costituente dal basso per dare maggior forza e legittimazione a un’impresa sicuramente difficile, ma non impossibile. Al termine ci proponiamo di presentare la Costituzione della Terra agli Stati nazionali e all’ONU, auspicabilmente il 24 ottobre 2025, a 80 anni dall’entrate in vigore della carta delle Nazioni Unite.
Siamo consapevoli che i principali ostacoli sono da un lato la cecità di chi detiene i poteri decisori e dall’altro la sfiducia, l’indifferenza e la rassegnazione sempre più diffuse nelle persone. Siamo tuttavia altrettanto consapevoli che non si possa accettare la catastrofe annunciata come ineluttabile. Per questo la Costituzione della Terra è la sola alternativa realistica al disastro globale.
Roma, 1 Gennaio 2024
COMITATO PROMOTORE DELLA RETE INTERNAZIONALE
“COSTITUZIONE DELLA TERRA”
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