Newsletter n. 139 del 17 novembre 2023 – IL RIBALTONE

Durante il fascismo i treni arrivavano in orario e gli scioperi erano proibiti. Adesso è Salvini che provvede ad ambedue le cose, forse per rinverdire l’idea che il fascismo non […]

Durante il fascismo i treni arrivavano in orario e gli scioperi erano proibiti. Adesso è Salvini che provvede ad ambedue le cose, forse per rinverdire l’idea che il fascismo non era poi tanto male. Deve pensarlo anche Giorgia Meloni se vuole fare una riforma costituzionale che al fascismo faciliterebbe la strada: se infatti a qualcuno venisse in mente di riprovarci, cosa ci sarebbe di meglio per farlo che un governo padrone del potere e inamovibile per cinque anni, non dipendente dalla fiducia del Parlamento e dei cittadini?  Ce la presentano come una riforma per il premierato, opinabile perché comunque un premier ci vuole, ed è invece un ribaltone per abolire il controllo della perdurante fiducia al governo. Né rappresenterebbe una garanzia la foglia di fico di un Presidente della Repubblica figurativo con 88 corazzieri di altezza superiore alla media
Tale sarebbe l’azzardo della Terza Repubblica quale è oggi voluto e proposto dalla Presidente del Consiglio e dalla sua maggioranza. La nostra memoria storica ci dice di non permetterlo. Ogni popolo ha avuto la sua sciagura originaria che ha poi spesso portato inenarrabili sciagure ad altri popoli e Nazioni. Noi abbiamo avuto il fascismo dopo la legge Acerbo, i Tedeschi il nazismo dopo le elezioni del 1932, gli Americani la guerra di secessione per la contesa sulla schiavitù, i Russi la domenica di sangue e il massacro al Palazzo d’Inverno nel 1905 per mano dello Zar, gli Armeni il genocidio, gli Ebrei la Shoà, i Palestinesi l’espulsione e la Nakba, i popoli dell’America Latina le dittature plebiscitarie con i cittadini gettati in mare o “scomparsi”, la maggior parte delle altre Nazioni sono state assoggettate a regimi militari, Imperi e colonie.
Quasi sempre cinque anni sono bastati a ciascuno, spesso dietro finzioni democratiche o a causa di sbagliate elezioni, per cadere nella catastrofe e avere un battesimo di sangue.
Perciò dobbiamo avvertire il pericolo e non permettere l’uscita dalla Repubblica parlamentare, che pur con tutti i suoi difetti e le perduranti irrisolte povertà, ha il sapore della Costituzione e delle libertà conquistate, e come cittadini dobbiamo contrastare questa “madre” di tutte le riforme. Tutte? È la madre del fascismo che è sempre incinta, e anche oggi non fa che partorire l’ennesimo decreto di sicurezza, che moltiplica pene e reati, dall’intralcio alla circolazione stradale alle occupazioni abusive alle proteste nelle carceri e nei centri dei migranti, e distribuisce più manette e più armi.

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