NON BASTA L’INNO ALLA GIOIA PER FARE L’EUROPA

Non abbiamo né le foreste, né l’acqua, né l’aria, né l’energia, né le sementi, né il suolo, né la salute, né l’educazione, né le conoscenze. Tutto è stato mercificato. Il ruolo del Parlamento per la costruzione del nuovo

Riccardo Petrella

Non abbiamo né le foreste, né l’acqua, né l’aria, né l’energia, né le sementi, né il suolo, né la salute, né l’educazione, né le conoscenze. Tutto è stato mercificato. Il ruolo del Parlamento per la costruzione del nuovo

Riccardo Petrella

La morte a soli 65 anni di David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo – che mi rattrista, al di là della sua valenza umana sempre dolorosa – dovrebbe essere l’occasione per una riflessione approfondita sul futuro dell’Europa ed, in particolare, in tale quadro, sul ruolo del Parlamento europeo, a mio parere fondamentale.
Il Parlamento europeo è composto attualmente di rappresentanti eletti a suffragio universale diretto di 441 milioni di cittadini europei. Sul piano numerico, è il secondo più importante collegio elettorale transnazionale al mondo dopo il Congresso dell’India. I suoi limiti strutturali (poteri e competenze…) e le sue attuali derive politico-sociali risultanti dalle scelte operate dalla maggioranza delle élites nazionali dei vari Paesi, sono noti. Ricordiamo che i membri del Parlamento europeo sono eletti sulla base di collegi nazionali e non ancora su collegi europei, per cui l’influenza ed il peso delle “logiche’ e degli interessi “nazionali” restano determinanti, anche in seno al Parlamento europeo, In realtà, il potere reale principale dimora nelle mani dei gruppi sociali dominanti degli Stati membri, soprattutto a livello dei governi più “potenti” e più solidi dell’Unione Europea. Inoltre si assiste in questi ultimi venti anni ad una forte tendenza conservatrice sul piano economico sociale e dei diritti, nazional-corporatista, tecnocratica, utilitarista: da parte della maggioranza “politica” delle élites “nazionali” (peraltro organizzate a livello europeo e mondiale). In questo contesto, un aspetto inquietante per le generazioni meno giovani è l’apparente indifferenza delle nuove generazioni nei confronti delle istituzioni dell’Unione europea. Il tanto vantato progetto epocale “Europe Next Generation” della Commissione europea non sembra suscitare da parte dei giovani alcuna grande emozione collettiva! In generale è inquietante che i gruppi dominanti europei stiano andando in una direzione di indebolimento europeo della giustizia e della fraternità, dei diritti umani e sociali e della democrazia rappresentativa, La Troika, il potere tra i poteri, è tuttora in azione e la Banca Centrale Europea (cioè la moneta e la finanza dell’Unione) è totalmente indipendente sul piano giuridico e politico dalle altre istituzioni europee (Parlamento europeo incluso).
E’ insensato che la moneta e la finanza siano libere , sovrane, mentre i cittadini, i popoli, sono sudditi ed asserviti agli interessi dei più forti.
Esempio fra i tanti, l’abbandono, lo svilimento della natura stessa dei beni comuni, della “res publica”, della comunità di vita dell’Europa. Noi cittadini dell’Unione non abbiamo più niente in comune, cui apparteniamo e che ci appartiene, nel senso della responsabilità e di obblighi condivisi. Forse abbiamo “l’inno alla gioia” di Beethoven. Ma è certo che non abbiamo né le foreste; né l’acqua, né l’aria, né l’energia, né le sementi, né il suolo, né la salute, né l’educazione, né le conoscenze. Pochi anni fa, i vari programmi tipo “Erasmus” rappresentavano la fierezza dei giovani studenti (e/o non studenti) europei. Oggi sono visti come una buona opportunità di formazione per accedere a delle competenze meglio retribuite. Tutto è stato mercificato (affidato ai mercanti), privatizzato e finanziarizzato (lasciato alla mercé degli appetiti finanziari).
Eppure, malgrado quanto sopra, i cittadini europei debbono essere contenti che il Parlamento europeo esiste.. Noi cittadini, dobbiamo riappropriarci del Parlamento! Come? Partecipando attivamente in tutti i campi, dall’agricoltura ai laboratori scientifici, alle varie azioni promosse dagli europarlamentari per liberarli dalla dominazione culturale economica privata e renderli luoghi e tempi dell’esercizio effettivo della sovranità del popolo. L’Unione europea ha inventato la categoria dei SIEG (Servizi d’Interesse Economico Generale) al posto di SIG (Servizi d’Interesse Generale) per meglio mercificare e privatizzare la vita. Un’aberrazione!
I beni comuni essenziali per la vita (materiali ed immateriali da salvaguardare e non da artificializzare) per tutti gli esseri umani ed il rispetto dei diritti della Natura devono diventare il campo del rinascimento europeo e dell’umanità. Non v’è rinascimento in assenza, al posto, vuoi contro i diritti e le responsabilità del popolo.
La storia del Parlamento europeo resta ancora da scrivere. Il Parlamento europeo come laboratorio del rinascimento della società mondiale dell’eguaglianza, della libertà, della giustizia e della fraternità è una di quelle capacità utopiche che valgono di essere messe all’opera e che nel passato hanno trasformato e creato i mondi nuovi, migliori.

Riccardo Petrella

(Da Other News del 13 gennaio)

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