,

Quali effetti positivi di un parlamento mondiale

Esso rappresenterebbe e darebbe vita al popolo della Terra, farebbe gli interessi di tutti e colmerebbe il vuoto di progettazione politica sul futuro dell’umanità

1. La proposta dell’associazione “Costituente Terra”, istituita nell’assemblea del 21 febbraio 2020, di dar vita a un movimento a sostegno di una Costituzione della Terra (www.costituenteterra.it) e la promozione di una Parlamento mondiale sono due iniziative nate l’una indipendentemente dall’altra e tuttavia profondamente connesse. Ciò che le accomuna è la medesima vocazione universalistica e pacifista: l’idea, di cui la pandemia tuttora in atto ha fornito una drammatica conferma, che l’umanità è un unico popolo,accomunato dai medesimi interessi e dalle medesime minacce, ma insensatamente diviso dalla volontà di potenza e dalla legge dei più forti espressa dagli Stati sovrani e dai mercati globali.

Il progetto di una Costituzione della Terra – quale da ultimo ho riproposto nel volumePer una Costituzione della Terra. L’umanità al bivio, edito da Feltrinelli e appena uscito in libreria – è certamente più complesso e ambizioso, prevedendo, oltre alla democratizzazione delle attuali istituzioni di governo dell’Onu, l’introduzione di istituzioni globali di garanzia dei diritti fondamentali di tutti gli esseri umani, dalla salute all’istruzione e alla sussistenza, garanzie dei lavoratori di tutto il mondo dirette a realizzarne l’uguaglianza e a impedire delocalizzazioni per sfruttare massimamente il lavoro, una cittadinanza mondiale e la conseguente garanzia del diritto di emigrare, l’istituzione di un demanio planetario a tutela dei beni comuni, una fiscalità globale progressiva e, soprattutto, la rigidità del testo della Costituzione della Terra quale patto sopra-ordinato a qualunque altra fonte, garantita da una Corte costituzionale mondiale in grado di invalidarne tutte le possibili violazioni.

La proposta di un Parlamento mondiale – analoga sotto molti aspetti a quella contenuta nell’articolo 65 della nostra Costituzione della Terra, consistente nel sottoporre a elezioni popolari la formazione dell’odierna Assemblea generale delle Nazioni Unite – riguarda più specificamente la democratizzazione degli organi politici di governo del mondo. Ma è anch’essa una proposta rivoluzionaria, in grado di cambiare l’assetto attuale delle relazioni internazionali e il futuro dell’umanità.

C’è infatti una differenza di fondo tra l’attuale Assemblea generale – che certamente è oggi l’organo più democratico dell’Onu, ma anche quello dotato di minori poteri – e il Parlamento mondiale di cui viene proposta l’istituzione. L’attuale Assemblea dell’Onu, formata da rappresentanti degli Stati designati dai loro governi e da questi revocabili, è in realtà null’altro che un vasto corpo diplomatico riunito in permanenza presso l’Onu nella forma di un’istituzione internazionale.

Un vero Parlamento mondiale, dotato ovviamente di poteri legislativi, sarebbe invece un’istituzione rappresentativa di tutti i popoli della Terra. Avrebbe perciò un’autorevolezza incomparabilmente maggiore di quella di qualunque altro organo politico del mondo, inclusi gli attuali organi dell’Onu. Una simile autorevolezza lo porrebbe in grado di dettare norme agli attuali poteri selvaggi degli Stati sovrani e dei mercati globali.

Ne risulterebbe legittimato, se vincolato da un rapporto di fiducia a un simile Parlamento mondiale, anche il Consiglio di Sicurezza, che risulterebbe così trasformato, da contingente comitato dei vincitori della seconda guerra mondiale, in un governo parlamentare globale.

2. Un Parlamento mondiale produrrebbe, sotto più profili, una rifondazione o meglio un’effettiva realizzazione della democrazia.

Elencherò quattro dei suoi effetti.

a) Un Parlamento mondiale realizzerebbe – o meglio rivelerebbe – la sostanziale unità del genere umano, dando vita, per il solo fatto di rappresentarlo, a un unico popolo mondiale, attraversato da differenze e disuguaglianze, ma accomunato dall’uguaglianza quali cittadini della Terra e dalla titolarità di uguali diritti fondamentali, già stabiliti del resto in tante Carte internazionali: dall’uguale titolarità dei diritti di libertà, che sono tutti diritti di ciascuno alla tutela e all’affermazione delle proprie differenze, e dei diritti sociali, che sono tutti diritti alla riduzione delle disuguaglianze e alla garanzia di condizioni dignitose di vita.

b) Sarebbe un sicuro fattore di pace. L’esistenza stessa di un Parlamento mondiale, i cui membri fossero legittimati dalla rappresentanza di tutti i popoli della Terra, avrebbe l’autorità per sostituire la logica statalistica dell’amico/nemico con la logica del dialogo, del confronto, della solidarietà e del compromesso. Un simile dialogo farebbe scoprire che tutti i popoli della Terra hanno interessi assai più comuni che diversi, assai più condivisi che concorrenti: dalla salvaguardia del pianeta alla pace, dalla riduzione della miseria e dei suoi terribili effetti – criminalità, migrazioni, fondamentalismi, odio per l’Occidente – alla prevenzione e alle cure di pandemie e di altre malattie effettive. Rivelerebbe l’esistenza di una società civile globale generata, se non altro, dal fatto che tutto il mondo è interconnesso e ciascuno di noi può sapere ciò che accade negli angoli più sperduti e lontani della Terra. Mostrerebbe, come già sta facendo drammaticamente la pandemia, l’insensatezza dei confini e dei conflitti e, insieme, la comune fragilità l’interdipendenza crescente tra tutti i popoli della Terra.

c) Farebbe necessariamente gli interessi dell’intera umanità, accomunata, oggi più che mai, da sfide e da problemi globali dalla cui soluzione dipende la sopravvivenza di tutti. Farebbe scoprire finalmente l’esistenza di un interesse pubblico e generale assai più ampio e vitale di tutti i diversi interessi pubblici del passato: l’interesse dell’intero genere umano alla sopravvivenza, assicurato oggi dalle cure e dai vaccini e, domani, dalla tutela dei beni comuni e della vitalità della natura e dalla garanzia dei diritti fondamentali di tutti, quali limiti e vincoli a tutti i poteri, sia politici che economici. Varrebbe a ridefinire la nozione stessa di sfera pubblica, identificandola con il luogo ineludibile della difesa degli interessi dell’umanità. Produrrebbe finalmente una rifondazione della politica come politica interna nel mondo: sostituendo agli incontri diplomatici dei G7 e dei G20 il confronto politico tra i rappresentanti della popolazione mondiale e, soprattutto, sostituendo ai conflitti armati e insensati tra gli Stati i conflitti pacifici di classe.

d) Sarebbe infine il miglior antidoto al razzismo e a tutte le intolleranze per le differenze di nazionalità, di religione, di culture, messe in grado di accettarsi e di confrontarsi quotidianamente in un unico consesso mondiale. Sarebbe il luogo nel quale, come primo provvedimento, potrebbe essere decisa l’istituzione di una cittadinanza universale. Ne verrebbe così favorita e, nei tempi lunghi, realizzata la soluzione del problema, sempre più drammatico, delle migrazioni.

3. C’è un altro elemento che accomuna la proposta di “Costituente Terra” e quella dell’istituzione di un Parlamento mondiale: colmare il totale vuoto di progettazione politica che si manifesta in maniera drammatica soprattutto a sinistra. La destra, da sempre, è la forza della conservazione. Prova ne siano il suo negazionismo o la sua indifferenza per tutte le grandi emergenze globali: dalla pandemia al riscaldamento climatico, dalla minaccia nucleare alla fame nel mondo, dalla crescita delle disuguaglianze al dramma dei migranti. Ebbene, le nostre sono proposte politiche per il futuro. Oggi, nell’età della globalizzazione, progresso e regresso si misurano, fondamentalmente, dai diversi orizzonti assegnati alla politica: l’assunzione del mondo intero e dei suoi problemi come lo spazio e il tempo della politica – e perciò la realizzazione dell’uguaglianza, la garanzia dei diritti fondamentali di tutti e la salvaguardia della natura –oppure la miope difesa di interessi settoriali e di parte, come sono gli interessi dei singoli Stati o dei grandi capitali.

Ma le proposte di una Costituzione della Terra e di un Parlamento mondiale non sono solo proposte di progresso. Esse intendono rompere l’afasia sul futuro dell’umanità che contraddistingue i ceti politici di tutte le democrazie, inclusa la nostra: un’afasia, aggiungo, nel momento di maggior trasformazione – tecnologica, politica, economica e culturale – della storia del genere umano. Purtroppo, all’apertura di questo nuovo orizzonte della politica manca la necessaria energia costituente: un’energia e una passione che solo dai giovani, se faranno propri i nostri progetti, potranno provenire.

Luigi Ferrajoli

Indichiamo qui un link a un articolo del prof. Ferrajoli sul supplemento “Pianeta 2030” del Corriere della Sera dal titolo “Solo una Costituzione della Terra può obbligare i governi a rispettare gli impegni presi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Luigi Ferrajoli al Liceo Augusto di Roma
    FOTO – Luigi Ferrajoli, Presidente di Costituente Terra ha incontrato gli studenti del Liceo Augusto di Roma per discutere la “Costituzione della Terra. Un nuovo patto tra Popoli e Stati, per salvare l’Umanità e arrestare la dissoluzione del Pianeta”
  • La giustizia internazionale indigna i potenti
    (Dal “Manifesto” del 23/11/2024) – Il mandato di arresto per crimini contro l’umanità e crimini di guerra emesso contro Netanyahu, Gallant e Deif provoca reazioni stupefatte e indignazione. Ma dimostra anche e soprattutto che esiste ancora un diritto internazionale
  • Una Costituzione della Terra per porre vincoli agli assolutismi del mercato e della politica
    Assistiamo ad una rapida e preoccupante regressione della democrazia negli stati di tutto il mondo, a favore di una politica fatta da pochi, alimentata da guerre, odio e sfruttamento. La soluzione sta nel garantire realmente i diritti umani, incondizionatamente
  • Fermiamo subito tutte le guerre – Raniero la Valle a Campiglia Marittima
    Una saletta comunale colma di persone interessate ad ascoltare Raniero La Valle, pronte a condividere o dibattere il pensiero di un giovane novantatreenne che riesce a coinvolgere profondamente con la sua visione pacifista e razionale del mondo da, come si autodefinisce, “militante per la pace”