UN’AGGRESSIONE CHE SI FA STERMINIO

Non possiamo credere che tutto sia perduto. La Jihad è un impegno per la pace e l’armonia e la pasqua ebraica è una festa di libertà e di vita. Un appello di “Pane pace lavoro” di Reggio Emilia: “Le vie della pace. Chiedete pace per la Terra Santa”

Non possiamo credere che tutto sia perduto. La Jihad è un impegno per la pace e l’armonia e la pasqua ebraica è una festa di libertà e di vita. Un appello di “Pane pace lavoro” di Reggio Emilia: “Le vie della pace. Chiedete pace per la Terra Santa”

La spirale dell’odio è andata crescendo, alimentata da false motivazioni religiose, da violazioni dei diritti umani, da sospetti e ritorsioni, da umiliazioni e attentati, da atti di inaudita crudeltà. Israele, dichiarando di volere bloccare il terrorismo, invade i territori palestinesi, ben al di là di una legittima difesa. I massacri disperati sono gesti esecrabili, che arrecano morte a vittime innocenti, ma non saranno fermati dai carri armati, dai bombardamenti e dall’invasione militare, salvo che non si pensi di estenderla fino a compiere atti di genocidio e di annientamento totale di un intero popolo. È un’ora di arroganza e di prepotenza, un’ora di epifania di azioni belliche, in cui ci scopriamo impotenti. Eppure, non possiamo e non vogliamo credere che tutto sia perduto, né che manchino persone di buona volontà e di fede, pronte a riannodare le vie della pace, non solo con la preghiera, ma anche con iniziative concrete, nella giustizia e nella riconciliazione. Non abbiamo armi per imporre paci non condivise; abbiamo soltanto armi spirituali, di speranza, di amore e di agape. Anche secondo l’Islam, la Jihad è un impegno per la pace e l’armonia; non è guerra; e anche la pasqua ebraica è una festa di libertà e di vita, contro ogni violenza e oppressione. L’amore che i cristiani, oggi, nutrono per il popolo ebreo e per il popolo arabo impedisce qualsiasi sentimento antisemita e antislamico; ma ci impone, però, di chiedere a Israele di fermare questa invasione e di non umiliare, oltremodo, il popolo palestinese. Gridiamo con la forza di chi non ha interessi né politici né economici; gridiamo per chiedere quella giustizia che rende possibile la pace non tanto e non solo nei cosiddetti luoghi santi, ma nella Santità della vita stessa, della vita umana di tanti innocenti, a Bruxelles, a Gerusalemme, a Gaza, a Hebron, a Parigi, a Tel Aviv, in Libano e in Iraq. La storia viene violentata da una chiara volontà di offendere la dignità di un popolo: è irritante la superficialità di chi afferma che gli attacchi di Israele sarebbero una difesa contro il terrorismo; ciò che sta avvenendo si configura piuttosto come un attacco sferrato contro persone, territori e luoghi: è un’aggressione che si fa sterminio. Gridiamo per questa pace assieme al Papa e assieme a ogni uomo di sincera volontà: una profonda solidarietà ci unisce, perché Uno è il Creatore di tutti noi; rivolgiamo perciò un accorato appello a tutti i credenti nell’unico Dio, perché possiamo unirci a ricostruire ponti e strade che predispongano i cuori di tutti alla vera e completa pace.

Pane Pace Lavoro Reggio Emilia, 22 ottobre 2023

Be the first to comment “UN’AGGRESSIONE CHE SI FA STERMINIO”