Newsletter n. 121 del 17 giugno 2023 – BASSA INTENSITÀ?

Newsletter n. 121 del 17 giugno 2023   BASSA INTENSITÀ?   Cari amici, ha detto Putin, parlando a un incontro sull’economia internazionale a San Pietroburgo, che la Russia è in […]

Newsletter n. 121 del 17 giugno 2023

 

BASSA INTENSITÀ?

 

Cari amici,

ha detto Putin, parlando a un incontro sull’economia internazionale a San Pietroburgo, che la Russia è in grado di colpire qualsiasi edificio a Kiev. Perché non lo fa? Con la sua potenza militare se avesse voluto avrebbe potuto già da tempo vincere la guerra con l’Ucraina. Non lo fa per tener fermo il punto, enunciato fin dall’inizio, che da parte russa questa non è una guerra, ma un’”operazione militare speciale”, cosa che è stata considerata da noi, in Occidente, come un’affermazione edificante e puramente propagandistica.

In realtà la linea seguita finora da Mosca sul campo è quella di una “guerra a bassa intensità” le cui ragioni sono evocate in un articolo di Alessandro Valentini in una analisi che, pur muovendo da una visione di parte, merita di essere presa in considerazione. La tesi che ne emerge è che la guerra si prolunga perché la posta in gioco non è l’Ucraina ma il conflitto tra due visioni dell’ordine mondiale.

In effetti, ma non solo da ora, bensì a partire dalla fine della contrapposizione tra i blocchi, si è delineato un conflitto tra un ordine unipolare e monocratico, presidiato da un unico potere militare e politico, che è la visione proposta e argomentata ufficialmente dagli Stati Uniti e acriticamente condivisa dal complesso dei loro alleati e partners, e un ordine multipolare e pluralistico che è rivendicato dalla Russia, dalla Cina e da molti Paesi del sud del mondo e del resto del mondo.

Secondo i documenti ufficiali dell’amministrazione americana, l’esito della “competizione strategica” tra queste due alternative, cioè tra queste due parti del mondo, sarà deciso entro questo decennio con o senza la guerra; guerra che, in tale prospettiva, sarebbe inevitabilmente una guerra universale, se pure non atomica. Per il momento la guerra d’Ucraina, che ne rappresenta la prima fase ed ha per obiettivo l’eliminazione della Russia, continua nonostante ogni possibile negoziato, perché il vero negoziato dovrebbe risolvere il contrasto tra queste due concezioni del mondo. Stretta tra questi vasi di ferro, l’Ucraina è offerta, e si offre, in sacrificio.

Essa è vittima dell’inganno, ordito nei suoi confronti, dagli Stati Uniti e dall’Occidente, che le hanno fatto credere di poter vincere la guerra con la Russia, nonostante l’evidente sproporzione delle forze. Ma la guerra della quale era promessa all’Ucraina la vittoria non era in realtà la sua guerra, ma quella degli Stati Uniti e del loro mondo unipolare, che per di più sarebbe stata vinta senza essere combattuta. Purtroppo l’Ucraina è caduta nella pania, prima sprezzando i moniti a non insistere per l’ingresso nella NATO, nonostante l’avvertimento russo che ciò sarebbe stato causa di guerra, poi, a guerra iniziata, precipitandosi nell’illusione della vittoria propiziata dalla bulimia delle armi, spensieratamente fornitele in regalo dall’Occidente. Zelensky, mettendoci del suo ogni energia, è caduto nella voragine che gli era stata allestita in quanto, personaggio della TV, era digiuno di scienze storiche, ignaro del diritto, inesperto di rapporti internazionali e non immune dalle mitologie dei nazionalismi novecenteschi; ed è per questo che, in una intervista a Nbc News, mettendo in guardia sulle conseguenze di un’eventuale sconfitta di Kiev ha sostenuto che gli Stati Uniti dovrebbero scegliere tra “entrare in guerra con la Russia” o “il collasso della NATO”. È questo il contesto dell’attuale disastro dal quale l’unico modo per uscire è agire perché prevalga un’altra visione del mondo.

Pubblichiamo nel sito l’articolo di Alessandro Valentini e, in morte di Berlusconi, una riflessione dal titolo “Arcitaliano?“.

Be the first to comment “Newsletter n. 121 del 17 giugno 2023 – BASSA INTENSITÀ?”