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Perché l’Europa viva

Habermas, von Trotta ed altri tedeschi in favore dell’Italia. Un documento italiano: gli stessi Trattati esigono una operante solidarietà europea. A cominciare dagli eurobond

Si moltiplicano documenti e appelli di politici e intellettuali contro l’immobilismo del sistema economico europeo, a favore di una politica di ripresa e di solidarietà a favore dei Paesi più colpiti. Qui pubblichiamo un fervido appello di Juergen Habermas, di Margarethe von Trotta (firmataria del documento istitutivo di “Costituente Terra”) e di altri intellettuali tedeschi a favore dell’Italia, e un documento sulla solidarietà europea promosso dalla Fondazione Basso.

SUBITO GLI EUROBOND

Un appello per l’Italia di intellettuali tedeschi. L’Europa può sopravvivere solo se gli Europei aiutano gli Europei

Margarethe von Trotta, Juergen Habermas ed altri

Nelle ultime 24 ore in Italia sono morte un migliaio di persone a causa del Corona Virus. Questa notizia non viene da un altro pianeta o da un continente lontano.
Ci giunge da un Paese vicino, un Paese fondatore dell’Unione Europea, un Paese di cui noi amiamo la luce, la cultura e il buon umore. Molti di noi hanno vissuto in Italia, hanno imparato la lingua italiana, ne hanno assorbito il cinema, l’architettura, la pittura e non ultimo l’umorismo, questo dimostrato recentemente in un video dove si vede un uomo che allegramente dimostra come si può trasformare un assorbente in una mascherina. Noi firmatari di questo appello, amiamo la cultura italiana. E siamo sconvolti per la mostruosa vastità della devastazione che il virus sta provocando in Italia. II Paese muore sotto i nostri occhi.
Ovunque in Europa ci sono esempi di aiuto e di solidarietà di vicinato. Migliaia di giovani volontari prestano il loro aiuto agli anziani che vivono in casa da soli . In Sassonia vengono curati malati gravi provenienti dall’Italia, mentre pazienti francesi, privi di assistenza, sono curati nella Saar.
Si nota un nuovo clima: valori come solidarietà, empatia e gioia stanno diventando popolari. Ma sulla questione decisiva, i Paesi del Nord esprimono freddezza nei confronti dei fratelli e sorelle del Sud. Si rifiutano categoricamente di approvare un fondo garantito da tutti i membri dell’Unione Europea che permetterebbe ai Paesi più colpiti di ottenere crediti urgentemente necessari per la sopravvivenza.
I politici tedeschi sono orgogliosi della Germania, che grazie alla politica dello “zero nero” (assenza di deficit, n.d.r.), può avere qualsiasi credito immediato a basso tasso sui mercati internazionali. A loro concediamo pure le pacche sulle reciproche spalle! Ma a cosa serve l’autocompiacimento quando vedono un Paese come l’Italia in gravi difficoltà?
Cosa dobbiamo pensare di un fratello maggiore il quale, di fronte ad un migliaio di morti al giorno nel Paese del parente più piccolo scuote la testa e gli dice: “Ti ho messo sempre in guardia dal fare debiti troppo alti praticando una pessima economia”. Può costui essere contento di aver avuto ragione? No! La Comunità Europea deve immediatamente creare un Corona-Bond che permetta ai Paesi più colpiti di finanziare interventi urgenti per la salute della popolazione e poi a favore dell’economia.
Perchè i giovani italiani dovrebbero credere nell’Europa se nel momento del bisogno esistenziale sono abbandonati, tenendo presente che l’Europa non è mai intervenuta per combattere la disoccupazione dei giovani tra i 18 e 26 anni che oscilla tra il 30 e 50 %. L’Euro-Bond rappresenterebbe un aiuto immediato, limitato nel tempo, che permetterebbe all’Italia e ai Paesi in pericolo esistenziale, di sopravvivere per i prossimi mesi. Non fare nulla prefigurerebbe il reato di omissione di soccorso. A cosa serve l’Europa se al tempo del Corona Virus non dimostra che gli Europei sono uniti nella sfida del futuro?
Avanti popoli !

Dany Cohn-Bendit, Peter Schneider, Margarethe von Trotta, Volker Schloendorff, Juergen Habermas ed altri

2 aprile 2020

Un dovere imposto dai Trattati

APPELLO PER LA SOLIDARIETÀ EUROPEA

L’Unione Europea non è solo un mercato comune dotato di un’unica moneta. E’ soprattutto una comunità politica definita dalla condivisione di valori politici basilari: l’uguaglianza, la dignità della persona, la pace, la solidarietà, i diritti di libertà e i diritti sociali attribuiti a tutti i cittadini europei. Oggi, di fronte alla più grave emergenza della sua storia, questo miracolo di civiltà giuridica rischia di precipitare nella tragedia degli egoismi economici e dei conflitti politici. Sappiamo bene che la cecità nazionalistica può avere effetti più devastanti di una pandemia. L’esperienza del secolo passato ce lo ha insegnato. Per questo, noi popoli europei abbiamo pattuito che, “per lottare contro i grandi flagelli che si propagano oltre frontiera”, gli Stati membri della nostra Unione “coordinano tra loro, in collegamento con la Commissione, le rispettive politiche” e “agiscono congiuntamente in uno spirito di solidarietà” (Trattato sul funzionamento dell’Unione, artt. 168 e 222).

L’Europa può ancora prendere in mano la gestione della crisi, la quale richiede una risposta omogenea e unitaria, e perciò comunitaria, onde evitare che misure inadeguate, frammentarie e intempestive mettano a repentaglio il futuro di milioni di persone e le stesse prospettive dell’Unione.

L’Unione europea, superando il penoso conflitto tra opposti sovranisti, deve agire immediatamente a sostegno dei Paesi in cui più violento è stato l’impatto del virus e meno sostenibili sono le conseguenze sociali del blocco delle attività produttive. Il futuro dell’Unione è legato a tempestività ed efficacia di questa azione a beneficio della vita dei suoi cittadini. Il benessere e la pace di domani dipendono dalle decisioni di oggi.

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