PER UN MONDO MULTIPOLARE

Senza escludere la Russia, la Cina e i Paesi del sud del mondo. “La mia angoscia è che con la fame nel mondo, tanti bambini senza cibo, invece di risolvere le disuguaglianze ci stiamo occupando di guerra”

Senza escludere la Russia, la Cina e i Paesi del sud del mondo. “La mia angoscia è che con la fame nel mondo, tanti bambini senza cibo, invece di risolvere le disuguaglianze ci stiamo occupando di guerra”

Pubblichiamo un’intervista di Greta Privitera al presidente brasiliano Lula da Silva in occasione della sua visita a Roma:

Si è proposto come mediatore tra Russia e Ucraina. Pensa che lei e Papa Francesco avete visioni simili?
«Nel 2020, quando l’ho incontrato, abbiamo parlato  disuguaglianze nel mondo e di un’economia più solidale. Subito dopo sono arrivate la pandemia  e la campagna elettorale in Brasile. Ora incontro il Papa con un conflitto in Europa che riguarda tutti. Ho mandato un inviato speciale, Celso Amorim, a Mosca e a Kiev. Entrambi i Paesi credono di poter vincere militarmente: non sono d’accordo. Credo che ci sia troppa poca gente che parli di pace. La mia angoscia è che con così tante persone che soffrono la fame nel mondo, con così tanti bambini senza cibo, invece di occuparci di come risolvere le disuguaglianze ci stiamo occupando di guerra. È urgente che la Russia e l’Ucraina trovino una strada comune verso la pace».

Meloni la criticò per la mancata estradizione di Cesare Battisti e a gennaio non ha inviato alcun rappresentante al suo insediamento.
«Spero che oggi ci conosceremo meglio e che gli incontri che faremo rafforzeranno il legame tra i nostri Paesi, che è sempre stato forte. Siamo il Paese con più italiani, secondo solo all’Italia stessa. Abbiamo 30 milioni di discendenti italiani. Sono in ottimi rapporti con il vostro movimento sindacale, con gli intellettuali,  le imprese. Avremo colloqui molto produttivi , perché le nostre relazioni economiche sono al di sotto del loro potenziale e dobbiamo lavorare sodo per creare un rapporto all’altezza delle nostre economie».

Incontrerà anche Elly Schlein. Pensa che sia più difficile per le donne  governare?
«Sarà un piacere incontrarla. C’è ancora molto maschilismo  in politica. Il mio partito è presieduto da una donna, Gleisi Hoffmann, e sono orgoglioso di aver sostenuto Dilma Rousseff, la prima presidente del Brasile. Il colpo di Stato che ha subito nel 2016 aveva  una forte componente maschilista. La Bolsa Familia (una sorta di reddito di cittadinanza, ndr) dà i soldi alle donne, non agli uomini. Anche i nostri titoli di proprietà delle case vanno alle madri. Le donne sono, in generale, più responsabili. Con più donne al governo avremmo meno guerre e più attenzione alle questioni sociali».

Pensa che Bolsonaro abbia responsabilità simili a quelle di Trump per i fatti di Brasilia? Sarà processato per abuso di potere.
«Noi diciamo “chi semina vento, raccoglie tempesta”. Il mio predecessore non ha seminato vento: ha piantato odio. Parlava sempre contro la democrazia, contro le istituzioni. Nessuno in Brasile ha mai usato lo Stato in modo così spudorato per cercare di farsi eleggere, distribuendo prestiti a chi non poteva pagare, creando aiuti per i tassisti che arrivavano anche a chi non aveva la patente. E dopo le elezioni i suoi hanno invocato un colpo di Stato militare. Assurdo. Ora deve rispondere in tribunale. Mi auguro che abbia la presunzione di innocenza, il diritto alla difesa e un processo equo».

Lei ha un buon rapporto con Xi Jinping e con la Cina, che è il vostro principale partner commerciale, anche se continua a essere un Paese non democratico.
«Il Brasile non ha problemi con nessun Paese al mondo e abbiamo un’ottima relazione con la Cina che negli ultimi decenni ha tolto dalla povertà centinaia di milioni di persone e ha contribuito molto all’economia mondiale. Il mio dialogo con la Cina è stato sempre positivo e nella direzione di una maggiore pace, armonia, crescita del commercio e della cooperazione nel mondo. La Cina è così importante che anche l’Italia ha già aderito all’Iniziativa della Nuova Via della Seta, alla quale il Brasile non ha ancora aderito».

Il 22 agosto, in Sudafrica, ci sarà un vertice dei Brics. È un passo per  un mondo multipolare?
«Il vertice Brics è importante per tutti. Questa coalizione di economie emergenti ha dimostrato l’importanza di aggiungere voci diverse alla discussione globale. Crediamo che un mondo multipolare sia meglio di una supremazia unipolare o di una disputa bipolare. La creazione di diverse reti, di diversi accordi tra Paesi, può aiutare a bilanciare e a controbilanciare tendenze e tensioni contrastanti. Per esempio, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è una struttura da riformare. Rappresenta l’equilibrio di potere del mondo nel 1945. A distanza di quasi 80 anni, molto è cambiato e abbiamo bisogno di un Consiglio più ampio e rappresentativo, con voci dall’America Latina e dall’Africa, per contribuire realmente alla pace e alla sicurezza».

L’Amazzonia è un punto cruciale della vostra politica. Come pensa di far convivere crescita economica della regione e protezione della foresta?
«La preoccupazione internazionale per l’Amazzonia è aumentata durante l’ultimo governo (Bolsonaro, ndr) che negava il cambiamento climatico e incoraggiava apertamente i crimini ambientali. Abbiamo ripreso la lotta contro la deforestazione, con l’obiettivo di azzerarla entro il 2030 e stiamo affrontando anche l’estrazione mineraria illegale e altre attività criminali che distruggono l’ambiente nella regione. Abbiamo espulso più di 20.000 minatori, sempre illegali, dalle terre degli indigeni Yanomami. Allo stesso tempo, vogliamo parlare di una nuova visione di sviluppo sostenibile per la regione, che ospita 25 milioni di brasiliani. Investiamo su ricerca scientifica, industrie pulite, turismo, per far sì che la foresta valga di più anche per chi ci vive, per il suo ruolo ambientale e per i suoi prodotti. Le popolazioni che abitano nella regione hanno bisogno di reddito, lavoro, protezione sociale, salute e istruzione, proprio per essere i più grandi protettori dell’Amazzonia. Per questo, l’8 luglio, incontrerò il presidente colombiano Petro, a Leticia, al confine tra i nostri Paesi. E ad agosto ospiteremo il Vertice sull’Amazzonia e la COP30 nel 2025».

L’Italia è il secondo partner commerciale del Brasile in Europa, dopo la Germania. Ci sono progetti in via di sviluppo?
«Il Brasile e l’Italia hanno una lunga storia di collaborazione sia nel commercio che negli investimenti. Abbiamo circa 1.400 aziende italiane in Brasile e più di 20 grandi aziende brasiliane in Italia. Oggi puntiamo anche sull’energia rinnovabile. L’87% della nostra elettricità proviene da fonti rinnovabili, ben al di sopra della media mondiale del 28%. In altre parole, l’attività industriale in Brasile emette poche emissioni di carbonio.Vogliamo espandere la produzione di energia solare ed eolica, il potenziale del Nordest brasiliano è enorme. Possiamo essere un grande produttore di idrogeno verde, con la capacità di sostenere il mondo nella transizione energetica».

 

Dal Corriere della Sera del 21/06/2023 – Intervista di Greta Privitera

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