UN CRIMINE LE ARMI NUCLEARI. E L’ITALIA’?

IL Trattato dell’ONU per la proibizione delle armi nucleari entra in vigore, ma non vi aderiscono gli Stati che ce le hanno davvero. E nemmeno l’Italia che ne è piena. Una battaglia da fare.
DI MARIO AGOSTINELLI

50 firme al Trattato

di Mario Agostinelli

La notizia rimbalza nascosta ma inoccultabile sui media di ogni Paese. Incredulità e disattenzione sembrano gli effetti cui si abbandonano in questi giorni gli opinionisti, i politici, perfino gli intellettuali, che in questo mondo civile hanno spesso dato per scontato che la vita e la sopravvivenza di intere popolazioni – o addirittura del genere umano – potessero essere esposti alla mancanza di controllo di pochi irresponsabili, disposti a risolvere con la forza nucleare più distruttiva le contese e i conflitti internazionali.
In fondo, dopo 75 anni, la nemesi di Hiroshima e Nagasaki ricade su chi ha cercato di interpretare sotto il profilo dell’annientamento la figura del nemico sconfitto. Forse solo così si spiega la mancanza di sollievo e la noncuranza con cui la maggior parte dei cittadini delle potenze nucleari del mondo o che ospitano sui loro territori ordigni atomici (è il caso dell’Italia) ha accolto una svolta storica sul piano legale, anche se non ancora conquistata su quello politico.
Dopo che il 7 luglio 2017, 122 Paesi avevano votato in sede ONU a favore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, il 24 ottobre 2020 il Trattato ha raggiunto i 50 Stati firmatari richiesti per la sua entrata in vigore, dopo che l’Honduras l’ha ratificato, appena un giorno dopo la Giamaica e Nauru.
Nel mondo, a partire dalla voce dei Paesi minori, sta succedendo qualcosa di nuovo e proprio quando la pandemia sembrerebbe sopire le grandi speranze. Sono milioni i cittadini – anche italiani – che si sono mobilitati per vietare le armi nucleari con una legge di validità internazionale e il ruolo della Campagna Internazionale per Abolire le Armi Nucleari, l’ICAN, è stato decisivo. Dopo90 giorni dalla cinquantesima firma, nonostante l’opposizione degli Stati Uniti, verrà ratificato il divieto categorico delle armi nucleari, oltre a quelle batteriologiche e chimiche.
Decenni di attivismo hanno raggiunto quello che molti hanno detto essere impossibile. Tutti e 50 gli Stati hanno dimostrato una vera determinazione, affrontando livelli di pressione senza precedenti da parte degli Stati armati nucleari perché non aderissero. Una recente lettera, resa pubblica nei giorni scorsi, dimostra come l’amministrazione Trump abbia esercitato pressioni dirette sui 50 Stati, affinché si astenessero dall’incoraggiare altri ad aderirvi.
Beatrice Finh, premio Nobel per la Pace, ha dichiarato: “I 50 Paesi che ratificano questo Trattato stanno dimostrando una vera leadership nella definizione di una nuova norma internazionale secondo cui le armi nucleari non sono più solo immorali bensì totalmente illegali”.
Il trattato richiede che tutti i Paesi che lo ratificano “mai in nessuna circostanza … sviluppino, testino, producano, fabbrichino e altrimenti acquisiscano, possiedano o accumulino armi nucleari o altri dispositivi esplosivi nucleari”. Vieta inoltre qualsiasi trasferimento o uso di armi nucleari o ordigni esplosivi nucleari – e la minaccia di utilizzare tali armi – e richiede alle parti di promuovere il trattato in altri Paesi.
Purtroppo, il cammino reale è ancora lungo e insidioso, anche se la ratifica ha un significato storico e dirompente. Ci sono oltre 14.000 bombe nucleari nel mondo, migliaia delle quali sono pronte per essere lanciate in un istante e la potenza di molte di quelle testate è decine di volte maggiore delle armi sganciate su Nagasaki e Hiroshima. Nessuna potenza nucleare l’ha firmato, e solo 6 dei 49 Stati europei hanno approvato e ratificato il trattato: Austria, Irlanda, Malta, San Marino Liechtenstein e lo Stato del Vaticano. L’Italia non ha firmato né ratificato il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, pur essendo uno dei cinque Stati europei che ospitano testate nucleari statunitensi nell’ambito di accordi Nato presso le basi aeree di Aviano e di Ghedi.
Mario Agostinelli
L’ ITALIA FIRMI SUBITO IL TRATTATO

DI MAURIZIO ACERBO E GREGORIO PICCIN

Lo scorso 24 ottobre, con la ratifica dell’Honduras, il trattato ONU di proibizione delle armi nucleari (TPNW) entra praticamente in vigorevincolando legalmente i Paesi firmatari.
Prima di questo trattato le armi nucleari erano di fatto escluse dallalista delle armi di distruzione di massa proibite dal dirittointernazionaleOggi, con la cinquantesima ratifica del TPNW, finalmente anche le arminucleari saranno bandite al pari di quelle chimiche e batteriologiche.

Non a caso gli Stati Uniti si sono già mossi per esercitare forti pressioni sui Paesi firmatariaffinché ritirino il loro sostegno altrattato. L’Italia risulta ancora non pervenuta.Lo scorso6agosto, in occasione del 75moanniversario delbombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki da parte degli StatiUniti, il presidente Mattarella ha dichiarato che: “L’Italiasostiene con forza l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari, attraversoun approccio progressivo al disarmo che preveda il responsabilecoinvolgimento di ogni Stato. L’agendainternazionale non puòprescindere da questo traguardo.”L’Italia in realtà, da un bel po’ di tempo, sostiene con forzal’esatto contrarioIl nostro Paese partecipa al programma “nuclearsharing” della Natoospitando decine di testate nucleari statunitensi a Ghedi edAviano edaddestrando i suoi cacciabombardieri Tornado al bombardamento nucleare.

Non solo: l’Italia ha confermato recentemente l’acquisto degli F35 chesostituiranno i Tornado in questa funzione ed ha avviatol’ammodernamento della base aerea di Ghedi a questo scopo.Sui media mainstream si parla troppo poco di quale sia lo stato di fatto di questa corsa globale alle armi nucleari e questo da adito alpensiero che questo incubo sia lontano e sfumatoLa realtà è un’altra: gli scienziati che si occupano di questequestioni ci ricordano costantemente che siamo prossimi allacosiddetta “mezzanotte nucleare” ossiaa quel momento per cui, a causadi un incidente o di una escalation, l’umanità potrebbe essere trascinata nell’ecatombe definitiva. In tutto questo l’Italia, ilnostro Paese, non è un soggetto neutrale, come potrebbero far pensarele parole espresse dal nostro Presidente della Repubblica Mattarella
Sono sei le cose che deve immediatamente fare questo governo:
1-Uscire dal programma nuclearsharing della Nato e interrompere ilprogramma F-35 (2247 milioni di euro previsti dal ministero dellaDifesa per il triennio 2020-2022);

2-Restituire al legittimo proprietario le testate nucleari presentisul territorio nazionale;

3-Firmare il trattato per la messa al bando delle armi nucleari;
4-Evitare di destinare risorse del Recovery Fund a nuovi sistemid’arma come il governo si propone di fare;
5-Restituire a cittadine e cittadini le ingenti risorse che sispendono per questi programmi di distruzione di massa con ilpotenziamento della sanità pubblica e con la messa in campo di unreddito d’emergenza incondizionato per tutti/e coloro che hanno perso
il lavoro o che non lo trovano a causa della pandemia
6-Promuovere un’iniziativa internazionale rivolta a tutte le potenzenucleari affinché sottoscrivano il Trattato per la messa al bandodelle armi nucleari.
Il TPNW pone finalmente le armi nucleari al di fuori del dirittointernazionale. Ma l’Italia oltre a non aver firmato il trattato, continua adaddestrare i suoi piloti alla distruzione dimassa e a buttaremiliardi per finanziare l’industria bellica e partecipare a programmi
e “missioni di pace” telefonate da Washington.

MaurizioAcerbo
Gregorio Piccin

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